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Domanda Il mistero del sistema immunitario.

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9 Anni 3 Giorni fa - 9 Anni 3 Giorni fa #39335 da soani
Il mistero del sistema immunitario. è stato creato da soani
Ippocrate,il padre riconosciuto della medicina,
lo aveva gia' detto 2500 anni fa :

"E' piu' importante sapere che tipo di persona ha una malattia
che conoscere che tipo di malattia una persona ha."

www.compressamente.blogspot.it/2015/03/i...ema-immunitario.html

Il corpo umano possiede un’ incredibile capacità di guarigione, per molti aspetti ancora misteriosa: il sistema immunitario.
Diversi scienziati stanno oggi cercando di mettere luce nel suo complesso meccanismo, nei suoi fattori e nelle strategie che giocano o potrebbero giocare un ruolo nella protezione dagli agenti patogeni che causano le malattie.

Se si potesse misurare con uno strumento, il sistema immunitario mostrerebbe variazioni da un giorno all’altro, da un momento all’altro, a seconda dei pasti e anche tra un pensiero e un altro. La resistenza alla malattia è data dalla forza del sistema immunitario che è influenzato in modo benefico da pensieri positivi, alimenti naturali, esercizio fisico, sole, aria pulita, natura etc. In uno studio su donne con cancro al seno, è stato rilevato che quelle che vedevano se stesse come ricevere forze dall’interno o avere un supporto da una attitudine mentale positiva, hanno avuto una maggiore reazione del sistema immunitario alla malattia e sono vissute due volte più lungo di quelle che avevano come unico sostegno la cura farmacologica.

Ippocrate, il padre riconosciuto della medicina, lo aveva già detto 2500 anni fa: “E’ più importante sapere che tipo di persona ha una malattia che conoscere che tipo di malattia una persona ha.”

Oggi sentiamo sempre più’ spesso parlare dell’ “effetto placebo” ma in cosa consiste esattamente questo effetto e quale rapporto ha con il nostro sistema immunitario? Il dottor Dan Normann dell’Università del Michigan, si é posto queste domande e studia da diversi anni l’effetto placebo, giungendo ad una conclusione molto interessante, ovvero che il nostro modo di pensare e di considerare i trattamenti medici può influire notevolmente su come i nostri corpi rispondono ai farmaci.
Dagli esperimenti che ha condotto, ha scientificamente provato che, se il paziente crede che un trattamento funziona, ciò può scatenare l’effetto desiderato anche se il trattamento è inesistente, come una pillola di zucchero, per esempio, o un’ iniezione di soluzione salina. Per un’ampia gamma di condizioni, dalla depressione al Parkinson, all’osteoartrite alla sclerosi multipla, è chiaro, dice, che la risposta al placebo è tutt’altro che immaginaria.
I trials scientifici hanno dimostrato che i cambiamenti sono misurabili scientificamente come dal rilascio di antidolorifici naturali, negli alterati schemi neuronali, nel’ abbassamento della pressione sanguigna o nella frequenza cardiaca e nel potenziamento della risposta immunitaria, ed il tutto a seconda delle convinzioni del paziente. Si è sempre ipotizzato che l’effetto placebo funziona solamente se le persone credono che stanno ottenendo un farmaco benefico. Ma ora sembra che questo non potrebbe essere vero.Credere nell’effetto placebo – piuttosto che in un particolare farmaco – potrebbe essere sufficiente a incoraggiare i nostri corpi a guarire Heal thyself: The power of mind over body
Il rovescio della medaglia, né che solamente credere che un farmaco ha effetti collaterali nocivi può fare soffrire. L’effetto nocebo, come è noto, può anche uccidere. The science of voodoo: When mind attacks body


In un recente studio, il Dottor Ted Kaptchuk della Harvard Medical School di Boston ed i suoi colleghi hanno dato da alcune persone con sindrome dell’intestino irritabile una pillola inerte. Lo studio ha dimostrato che l’ effetto placebo ha prodotto un significativo miglioramento dei sintomi nei pazienti. Cio’ ha dimostrato che é vero che la mente attiva nel corpo un processo di auto guarigione. Pur sapendo le pillole erano inerti, in media i volontari hanno valutato i loro sintomi come moderatamente migliorati. Placebos without Deception: A Randomized Controlled Trial in Irritable Bowel Syndrome

Un altro scienziato americano, Richard Davidson dell’ Unversità del Wisconsin, ha esplorato il rapporto tra mente, corpo, ed il sistema immunitario, dando un contributo importante. Egli ha scoperto, per esempio,che il corpo umano sottoposto a stress diminuisce la sua capicità di produrre anticorpi, mentre durante la meditazione é in grado di potenziare la produzione di cellule immunitarie in solamente 10 minuti del 30%. Il Dottor Davidson ha condotto diverse ricerche sulla meditazione anche in collaborazione con il 14° Dalai Lama, suo amico di lunga data. Davidson ha lui stesso praticato a lungo meditazione quotidianamente. Attraverso le ricerche che ha condotto é stato in grado di dimostrare scientificamente nel suo laboratorio che la meditazione anche di breve durata ha un effetto positivo sul cervello e sul sistema immunitario. 8 settimane di meditazione bastano a cambiare il cervello

Sicuramente nei prossimi anni verranno fatte ulteriore scoperte che ci conduranno ad una conoscenza piu’ approfondita del rapporto tra mente, corpo e sistema immunitaria. Ad oggi la scienza ha potuto dimostrare che l’effetto Placebo attiva il sistema immunitario e stimola la produzione di peptidi oppioidi che inibiscono la percezione del dolore. Per concludere riporto due messaggi significativi, il primo del Ted Kaptchuk dell’Univesità Harvard di Boston che afferma “La volontà, la forza dell’immaginazione, e la fiducia possono modificare il decorso di una malattia!” ed il secondo del dottor Bernie Siegel, noto medico americano, che ama ripetere “ci sono pazienti straordinari, che si rifiutano di accettare la sconfitta e prendono in mano la propria vita”, decisione che cambia il rapporto con la malattia ed il suo decorso i maniera decisiva.
www.dionidream.com/il-mistero-del-sistema-immunitario/
Ultima Modifica 9 Anni 3 Giorni fa da .

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4 Anni 1 Settimana fa - 4 Anni 1 Settimana fa #65154 da miciofelix
Risposta da miciofelix al topic Il mistero del sistema immunitario.
riprendo questo vecchio topic per cercare di approfondire il discorso del sistema immunitario, che ci difende o dovrebbe difendere al meglio da fattori esterni come virus, batteri e molto altro...

inizio da questo link su un articolo secondo me molto molto completo, poi magari in seguito approfondiremo come migliorarne alcuni spetti fondamentali:

(NB: quanto riporto potrebbe non essere del tutto chiaro e leggibile qui sul forum in quanto l'articolo sul sito contiene anche riquadri e passi evidenziati in vario modo, quindi consiglio di leggere direttamente l'articolo al link postato)

www.my-personaltrainer.it/fisiologia/sistema-immunitario.html

Il sistema immunitario ha lo scopo di difendere l'organismo dagli invasori esterni (virus, batteri, funghi e parassiti), che possono penetrare al suo interno attraverso l'aria inalata, il cibo ingerito, i rapporti sessuali, le ferite ecc. Sistema immunitarioOltre ai patogeni (microrganismi potenzialmente in grado di provocare malattia), il sistema immunitario combatte anche le cellule dell'organismo che presentano anomalie, come quelle tumorali, danneggiate o infettate da virus.

Il sistema immunitario ha tre funzioni principali:

protegge l'organismo dagli agenti patogeni (invasori esterni che causano malattie)
rimuove le cellule ed i tessuti danneggiati o morti ed i globuli rossi invecchiati
riconosce e rimuove le cellule anomale, come quelle tumorali (neoplastiche)

(Leggi anche: Integratori Naturali per Rafforzare le difese Immunitarie)

Nel suo insieme, il sistema immunitario rappresenta una complessa rete integrata costituita da tre componenti essenziali che contribuiscono all'immunità:

gli organi
le cellule
i mediatori chimici

organi localizzati in diverse parti del corpo (milza, timo, linfonodi, tonsille, appendice) e tessuti linfatici. Si distinguono:
organi linfatici primari (il midollo osseo e, nel caso dei linfociti T, il timo) costituiscono la sede in cui i leucociti (globuli bianchi) si sviluppano e maturano.
organi linfatici secondari catturano l'antigene e rappresentano la sede in cui i linfociti possono incontrare ed interagire con esso; mostrano infatti un'architettura reticolare che intrappola materiale estraneo presente nel sangue (milza), nella linfa (linfonodi), nell'aria (tonsille ed adenoidi) e in cibo ed acqua (appendice vermiforme e placche di Peyer nell'intestino).
Approfondimento: i linfonodi svolgono un ruolo molto importante nell'elaborazione della risposta immunitaria, poiché sono in grado di intrappolare e distruggere batteri e cellule tumorali maligne trasportati dai vasi linfatici lungo i quali si distribuiscono.
cellule isolate presenti nel sangue e nei tessuti: le principali sono dette globuli bianchi o leucociti, di cui si riconoscono diverse sottopopolazioni (eosinofili, basofili/mastociti, neutrofili, monociti/macrofagi, linfociti/plasmacellule e cellule dendritiche).

Linfociti Mediano l'immunità acquisita, combattono specifici agenti virali e cellule tumorali (linfociti T citotossici) e coordinano l'attività dell'intero sistema immunitario (linfociti T helper)
Monociti Maturano divenendo macrofagi dotati di attività fagocitaria e di stimolo nei confronti dei linfociti T
Neutrofili Fagocitano i batteri e rilasciano citochine
Basofili Rilasciano istamina, eparina (un anticoagulante), citochine ed altre sostanze chimiche coinvolte nella risposta allergica ed immunitaria
Mastociti Globuli bianchi basofili coinvolti nella risposta allergica, nell'asma e nella resistenza nei confronti dei parassiti
Eosinofili Combattono i parassiti e partecipano alle reazioni allergiche
Cellule dendritiche Globuli bianchi che attivano il sistema immunitario catturando gli antigeni ed esponendoli all'azione delle cellule "killer" (i linfociti T). Le cellule dendritiche si concentrano a livello dei tessuti che fungono da barriera con l'ambiente esterno, dove ricoprono il ruolo di vere e proprie "sentinelle". Dopo essere entrate a contatto con porzioni di agenti estranei ed averle esposte sulla loro superficie, migrano a livello dei linfonodi dove avviene l'incontro con i linfociti T.
sostanze chimiche che coordinano ed eseguono le risposte immunitarie: tramite queste molecole, le cellule del sistema immunitario sono in grado di interagire scambiandosi segnali che ne regolano reciprocamente il livello di attività; tale interazione è permessa da specifici recettori di riconoscimento e dalla secrezione di sostanze, genericamente note come citochine, che fungono da segnali regolatori.

L'importantissima attività protettiva del sistema immunitario viene esercitata attraverso una triplice linea difensiva che garantisce l'immunità, ovvero la capacità di difendersi dalle aggressioni di virus, batteri ed altre entità patogene, per contrastare danni o malattie.

Barriere Meccaniche e Chimiche
Immunità Innata o Aspecifica
Immunità Acquisita o Specifica

Barriere Meccaniche e Chimiche

Il primo meccanismo di difesa dell'organismo è rappresentato dalle barriere meccanico-chimiche, che hanno lo scopo di impedire la penetrazione degli agenti patogeni nell'organismo; vediamo alcuni esempi nel dettaglio.

Cute integra

La cheratina presente nella porzione più superficiale dell'epidermide (strato corneo) non è digeribile né oltrepassabile dalla maggior parte dei microrganismi.
Sudore

Il pH acido del sudore, conferito dalla presenza di acido lattico, associato ad una piccola quota di anticorpi, ha un'efficace azione antimicrobica.
Lisozima

Enzima presente in lacrime, secrezioni nasali e saliva, in grado di distruggere la membrana cellulare dei batteri.
Sebo

L'olio prodotto dalle ghiandole sebacee della cute esercita un'azione protettiva sulla cute stessa, accrescendone l'impermeabilità ed esercitando una lieve azione antibatterica (potenziata dal pH acido del sudore).
Muco

Sostanza viscosa, biancastra, secreta delle membrane mucose dell'apparato digerente, di quello respiratorio, urinario e genitale. Ci protegge dai microrganismi inglobandoli e mascherando i recettori cellulari con i quali interagiscono per esercitare la loro attività patogena.
Epitelio ciliato

E' in grado di fissare e trattenere i corpi estranei, filtrando l'aria. Inoltre, facilita l'espulsione del catarro e dei microrganismi in esso inglobati.

I virus del raffreddore sfruttano l'azione inibitrice del freddo sulla motilità di queste ciglia, per infettare le prime vie respiratorie.
pH acido dello stomaco Ha funzione disinfettante, poiché distrugge molti microrganismi introdotti con gli alimenti.
Microorganismi commensali intestinali:

Impediscono la proliferazione dei ceppi batterici patogeni sottraendo il loro nutrimento, occupando i possibili siti di adesione alle pareti intestinali e producendo sostanze antibiotiche attive che ne inibiscono la replicazione.
Spermina Le secrezioni prostatiche hanno azione battericida.
Microorganismi commensali vaginali

In condizioni normali nella vagina è presente una flora batterica saprofita che, insieme al pH leggermente acido, previene l'eccessiva crescita di germi patogeni.
Temperatura corporea

La normale temperatura inibisce la crescita di alcuni patogeni, che risulta ancor più ostacolata in presenza di febbre, la quale favorisce anche l'intervento delle cellule immunitarie.
La risposta immunitaria

Se le prime barriere difensive falliscono ed il patogeno penetra nell'organismo si attiva la risposta immunitaria interna. Sono stati identificati due tipi di risposta immunitaria interna:

risposta immunitaria innata (o aspecifica): meccanismo di difesa generale, presente sin dalla nascita, che agisce rapidamente (minuti od ore) ed indiscriminatamente contro qualsiasi agente esterno;
risposta immunitaria acquisita (o specifica o adottiva): si sviluppa lentamente dopo il primo incontro con uno specifico agente patogeno (nell'arco di alcuni giorni), ma conserva una certa memoria per agire più rapidamente in seguito ad ulteriori esposizioni future.

IMMUNITÀ INNATA

IMMUNITÀ SPECIFICA

Non dipende dall'esposizione ad agenti infettivi o a molecole estranee.
Aspecifica
Riconosce strutture comuni
Sempre operativa
Sempre uguale, previene l'infezione
Rapidamente attivabile

E' indotta dall'esposizione ad agenti infettivi o molecole estranee.
Specifica
Riconosce strutture specifiche
Consegue al contatto
Potenziata da contatti ripetuti
Richiede l'infezione
Attivazione più lenta

Cellule dell'immunità innata Cellule dell'immunità specifica

Macrofagi
Granulociti
Neutrofili
Basofili
Eosinofili
Linfociti Natural Killers



Linfociti
Linfociti B
Immunità Umorale (anticorpi)
Linfociti T
Immunità Cellula-Mediata


Nota: molti testi fanno rientrare le barriere fisiche e chimiche all'interno dell'immunità innata, noi le abbiamo trattate a parte per dare una miglior visione d'insieme del sistema immunitario.

Va subito precisato che entrambi i tipi di risposta immunitaria sono strettamente interconnessi e coordinati; la risposta innata, per esempio, è rinforzata dalla risposta acquisita antigene-specifica, che ne aumenta l'efficacia. Nell'insieme la risposta immunitaria risultante procede secondo le seguenti tappe di base:

FASE DI RICONOSCIMENTO DELL'ANTIGENE: individuazione ed identificazione della sostanza estranea
FASE DI ATTIVAZIONE: comunicazione del pericolo alle altre cellule immunitarie; reclutamento di altri attori del sistema immunitario e coordinamento dell'attività immunitaria complessiva
FASE EFFETTRICE: attacco all'invasore con distruzione o soppressione dell'agente patogeno.

Immunità innata (o naturale o aspecifica)

Come il nome stesso fa intuire, questo meccanismo è attivo verso tutti i microrganismi (riconosce, per esempio, il lipopolisaccaride presente nella membrana batterica dei Gram negativi) e sfrutta meccanismi presenti sin dalla nascita.

Il concetto di antigene: la funzionalità stessa del sistema immunitario implica la capacità di distinguere le cellule innocue da quelle pericolose, risparmiando le prime ed attaccando le seconde. La distinzione tra il sè (o self) ed il non sé (o non self), tra l'inoffensivo ed il pericoloso, è permessa dal riconoscimento di particolari macromolecole di superficie, dette antigeni, che hanno una struttura unica e ben definita. Per esempio, come abbiamo visto, il sistema immunitario innato è in grado di riconoscere la struttura lipopolisaccaridica della parete esterna dei batteri.

Vediamo ora alcune definizioni importanti.

Gli antigeni sono sostanze riconosciute come estranee (non self) e per questo in grado di indurre una risposta immunitaria e di interagire con il sistema immunitario.
L'epitopo è la porzione specifica di un antigene, riconosciuta dall'anticorpo.
L'aptene è un piccolo antigene in grado di indurre una risposta immunitaria solo se coniugato ad un carrier.
L'allergene è un elemento estraneo all'organismo di per sé non-patogeno, ma comunque in grado di causare malattia allergica in alcuni individui come conseguenza dell'induzione di una risposta immunitaria; ne sono esempi gli acari della polvere, i pollini e le muffe.
Gli autoanticorpi sono anticorpi anomali diretti contro il self, ovvero contro una o più sostanze proprie dell'organismo; sono un elemento fondamentale delle malattie autoimmuni, tra cui ricordiamo l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla ed il lupus eritematoso sistemico.


Presente fin dalla nascita e per questo detta innata, l'immunità aspecifica NON ha alcun tipo di memoria nei confronti di precedenti incontri con patogeni. Inoltre, NON si rafforza in seguito a nuovi ed ulteriori contatti con lo stesso patogeno.

Non appena i microrganismi riescono ad oltrepassare le barriere meccanico-chimiche, l'immunità aspecifica si attiva RAPIDAMENTE e contribuisce a neutralizzarli bloccando molte infezioni ed impedendone l'evoluzione in malattia. Questa capacità è legata alla presenza:

da un lato di particolari cellule, come i granulociti neutrofili ed i monociti;
dall'altro di alcune sostanze particolari da essi prodotte che richiamano altre cellule del sistema immunitario.

1) FATTORI CELLULARI

LE CELLULE DELL'IMMUNITÀ INNATA

Fagociti, ovvero Macrofagi e Neutrofili: Fagocitano detriti/patogeni.
Natural Killer: Colpiscono le cellule infettate da virus e quelle tumorali.
Cellule dendritiche: presentano l'antigene (cellule APC) attivando i linfociti T citotossici
Eosinofili: Agiscono sui parassiti.
Basofili: Simili ai Mastociti; coinvolti nelle reazioni infiammatorie ed allergiche.


Fagociti: riconoscono gli invasori tramite specifici recettori di superficie, li inglobano e li distruggono digerendoli nei lisosomi (fagocitosi); inoltre, richiamano altre cellule del sistema immunitario secernendo citochine.
I principali fagociti sono i macrofagi tissutali ed i neutrofili.
Macrofagi: dotati di spiccata attività fagocitaria, derivano dai monociti prodotti nel midollo osseo e circolanti nel sangue. Sono presenti in tutti i tessuti e particolarmente concentrati in quelli più esposti a possibili infezioni, come gli alveoli polmonari. I neutrofili, invece, circolano nel sangue e penetrano solo nei tessuti infetti.
Oltre all'attività fagocitaria, in risposta alla presenza dei batteri i macrofagi secernono proteine solubili, dette citochine, mediatori chimici che reclutano altre cellule del sistema immunitario:
Chemiotassine: attirano altri FAGOCITI, alcune stimolano la proliferazione di linfociti B e T, altre producono sonnolenza
Prostaglandine: producono l'aumento della temperatura corporea a un livello intollerabile ai patogeni e che stimola le difese: FEBBRE.
I Macrofagi, dopo aver fagocitato e demolito le particelle estranee, ne rielaborano alcuni frammenti presentandoli poi sulla loro superficie assieme alle proteine del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC-II); per questo, appartengono al gruppo delle cosiddette APC, cellule presentanti l'antigene (vedi oltre).
Granulociti Neutrofili o Leucociti (polimorfo) nucleati (PMN): sono cellule ematiche capaci di uscire dai vasi per migrare nei tessuti dove si è verificata l'infezione e fagocitare, distruggendoli, microrganismi, detriti e cellule cancerose. Sono capaci di agire anche in condizioni di anaerobiosi. Muoiono nel sito di infezione formando pus.
Linfociti NK - Sinonimi: cellule natural Killer (NK)): vengono così definiti i Linfociti T che, una volta attivati, emettono delle sostanze in grado di neutralizzare le cellule infettate da virus e quelle tumorali. Stimolati da alcune citochine, i linfociti natural killer fanno sì che le cellule infettate da virus od anomale si "suicidino" secondo un meccanismo noto come apoptosi.
I linfociti NK hanno anche la capacità di secernere varie citochine antivirali, tra cui gli interferoni.
A differenza degli altri tipi di linfociti (B e T), caratteristici della risposta immunitaria acquisita, il linfociti NK non riconoscono specificamente l'antigene (non hanno recettori specifici) e per questo fanno parte dell'immunità innata.
Cellule dendritiche: a differenza dei macrofagi e dei neutrofili, non sono in grado di fagocitare l'antigene, ma lo catturano e lo espongono sulla propria superficie in seguito all'interazione con esso (per questo appartengono al gruppo delle cellule APC, presentanti l'antigene). In questo modo l'antigene esternalizzato viene riconosciuto delle cellule "killer", i linfociti T citotossici che danno via alla risposta immunitaria specifica. Non a caso, le cellule dendritiche si concentrano a livello di quei tessuti che fungono da barriera con l'ambiente esterno, come la pelle ed il rivestimento interno di naso, polmoni, stomaco ed intestino.
NOTA BENE: dopo aver ricoperto il ruolo di "sentinelle" (intercettando gli antigeni ed esponendoli sulla loro superficie), le cellule dendritiche migrano nei linfonodi dove avviene l'incontro i linfociti T.

NOTA BENE:

Le cellule dell'immunità innata esprimono in modo costitutivo sulla loro superficie più recettori, ognuno dei quali riconosce più di una ben definita struttura microbica; da qui derivano le loro capacità di riconoscimento multiplo aspecifico.


2) FATTORI UMORALI

Sistema del complemento: proteine plasmatiche prodotte dal fegato, normalmente presenti in forma inattiva; sono assimilabili a messaggeri che sincronizzano le comunicazioni tra le varie componenti del sistema immunitario. Le citochine circolano nel sangue e vengono sequenzialmente attivate, con un meccanismo a cascata (l'€™attivazione di una innesca quella delle altre), in presenza di stimoli appropriati.
Quando si attivano, le citochine scatenano una serie di reazioni enzimatiche a catena che fanno acquisire ad alcuni componenti del sistema immunitario particolari caratteristiche. Per esempio, attirano i fagociti ei linfociti B e T nel sito di infezione tramite un meccanismo detto chemiotassi. Il sistema del complemento possiede inoltre una capacità intrinseca di ledere le membrane degli agenti patogeni provocando su di esse pori che portano alla lisi. Infine, il complemento ricopre le cellule batteriche "etichettandole" (opsonizzazione) come patogene, facilitando l'azione dei fagociti (macrofagi e neutrofili) i quali le riconoscono e le distruggono.

Le opsonine sono delle macromolecole che, se rivestono un microrganismo, aumentano enormemente l'efficienza della fagocitosi in quanto vengono riconosciute da recettori espressi sulla membrana dei fagociti. Oltre alle opsonine derivanti dall'attivazione del complemento (il più noto è il C3b), uno dei sistemi di opsonizzazione più potenti è rappresentato dagli anticorpi specifici che ricoprono il microrganismo e che sono riconosciuti dal recettore per Fc dei fagociti. Gli anticorpi (o immunoglobuline) rappresentano il meccanismo di difesa umorale dell'immunità acquisita.

NOTA BENE: l'attivazione del complemento è un meccanismo comune sia all'immunità innata che a quella acquisita. Esistono infatti tre vie distinte di attivazione del complemento: 1) la via classica, mediata dagli anticorpi (immunità specifica); 2) la via alternativa, attivata direttamente da alcune proteine delle membrane cellulari dei microbi (immunità innata); 3) la via lectinica (utilizza il mannosio come sito di attacco alle membrane dei patogeni).

Sistema degli interferoni (IFN): citochine prodotte dai linfociti NK e da altri tipi di cellule, così chiamate per la loro capacità di interferire con la riproduzione virale. Gli interferoni facilitano l'intervento delle cellule che partecipano alla difesa immunitaria e alla reazione infiammatoria.
Esistono vari tipi di interferone (IFN-α IFN-β IFN-γ), prodotti da alcuni linfociti T dopo il riconoscimento di un antigene. Gli interferoni sono attivi contro virus, ma non li attaccano direttamente, bensì stimolano le altre cellule a resistere ad essi; in particolare:
agiscono sulle cellule non ancora infettate inducendo uno stato di resistenza all'attacco virale (interferone alfa ed interferone beta);
contribuiscono ad attivare le cellule Natural killer (NK);
stimolano i macrofagi ad uccidere le cellule tumorali o infettate da virus (interferone gamma);
inibiscono la crescita di alcune cellule tumorali.
Interleuchine: fungono da messaggeri chimici "a corto raggio d'azione", agendo specialmente tra cellule adiacenti:
Fattori di necrosi tumorale: secreti dai macrofagi e dai linfociti T in risposta all'azione delle interleuchine IL-1 e IL-6; permettono di alzare la temperatura corporea, dilatare i vasi sanguigni ed aumentare il tasso catabolico.

L'infiammazione è una reazione caratteristica dell'immunità innata, molto importante per combattere l'infezione in un tessuto danneggiato:

attrae le sostanze e le cellule immunitarie nel luogo dell'infezione;
produce una barriera fisica che ritarda la diffusione dell'infezione;
ad infezione risolta, promuove processi di riparazione del tessuto danneggiato.

La risposta infiammatoria è scatenata dalla cosiddetta degranulazione dei mastociti, cellule presenti nel tessuto connettivo che in seguito all'insulto liberano istamina ed altre sostanze chimiche, le quali aumentano il flusso sanguigno e la permeabilità dei capillari e stimolano l'intervento dei globuli bianchi. I sintomi tipici dell'infiammazione sono l'arrossamento, il dolore, il calore e il gonfiore dell'area infiammata.

NOTA BENE: oltre che dalle infezioni, la risposta infiammatoria può essere innescata anche da punture, ustioni, lesioni ed altri stimoli che danneggiano i tessuti.

I principali attori cellulari del sistema immunitario che intervengono nell'infiammazione sono i neutrofili ed i macrofagi.
Immunità specifica o acquisita o adattativa

La terza linea difensiva è rappresentata dall'immunità specifica. Al contrario della precedente, non è presente alla nascita, ma viene acquisita con il passare del tempo. E' inoltre specifica per un determinato microrganismo, in particolare verso alcune molecole ben precise (antigeni) del patogeno.

L'immunità acquisita si rafforza a seguito di ulteriori contatti con lo stesso patogeno (comparsa di memoria del riconoscimento effettuato).

L'immunità acquisita interviene soltanto quando le altre linee di difesa non sono riuscite a contrastare efficacemente il patogeno. Essa si sovrappone all'immunità innata potenziando la risposta immunitaria: le citochine infiammatorie richiamano linfociti nella sede della reazione immunitaria e questi ultimi rilasciano poi le proprie citochine alimentando e potenziando la risposta infiammatoria specifica.



Si distinguono due tipi di risposta immunitaria acquisita:

immunità umorale (o mediata da anticorpi): è mediata da linfociti B che si trasformano in plasmacellule che sintetizzano e secernono anticorpi
cellulo mediata (o mediata da cellule): mediata principalmente dai linfociti T che attaccano direttamente l'antigene invasore (intervento dei linfociti T helper e Cito-tossici)


L'immunità umorale acquisita può anche essere suddivida in attiva (è l'organismo stesso a produrre anticorpi in risposta all'esposizione agli agenti patogeni) e passiva (gli anticorpi vengono acquisiti da un altro organismo, ad esempio dalla madre durante la vita fetale o tramite vaccinazione).

1) FATTORI UMORALI:

Immunoglobuline (anticorpi): alcuni microrganismi hanno sviluppato degli stratagemmi per alterare i propri marcatori di superficie, divenendo "invisibili" agli occhi dei fagociti e perdendo la capacità di attivare il complemento. Per combattere questi patogeni il sistema immunitario produce anticorpi specifichi contro di essi, etichettandoli come pericolosi agli occhi dei fagociti (opsonizzazione). Gli anticorpi rivestono gli antigeni facilitandone il riconoscimento e la fagocitosi da parte delle clellule immunitarie. La funzione degli anticorpi è quindi quella di trasformare le particelle non riconoscibili in "cibo" per i fagociti.
Gli anticorpi fanno parte delle globuline (proteine plasmatiche globulari) presenti nel sangue e prendono il nome di immunoglobuline. Vengono catalogati in 5 classi, ovvero: IgA, IgD, IgE, IgG e IgM. Gli anticorpi possono anche legare ed inattivare alcune tossine batteriche e concorrono ad alimentare l'infiammazione attivando il complemento ed i mastociti.
Gli antigeni immunogeni sono molecole in grado di stimolare la sintesi di anticorpi; in particolare tutte queste molecole presentano una piccola parte in grado di legarsi al suo specifico anticorpo. Tale porzione, detta epitopo, differisce generalmente da antigene ad antigene. Ne consegue che ogni anticorpo riconosce ed è sensibile solo ad uno o più epitopi specifici e non all'intero antigene.


2) FATTORI CELLULARI

Le cellule principalmente coinvolte nell'instaurarsi dell'immunità acquisita sono le cellule che presentano l'antigene (le cosiddette APC, antigen-presenting cells) ed i linfociti.

LINFOCITI

Linfociti B e T: i linfociti B originano e maturano nel midollo osseo, mentre i linfociti T originano nel midollo osseo, ma migrano e maturano nel Timo. Come abbiamo visto, tali organi vengono chiamati organi linfoidi primari e, oltre alla produzione, sono deputati anche alla maturazione di questi linfociti.
Durante il proprio sviluppo, ogni linfocita sintetizza un tipo di recettore di membrana che può legarsi solo ad un determinato antigene. Il legame tra antigene e recettore dà dunque luogo all'attivazione del linfocita, che a quel punto comincia a dividersi ripetutamente; si formano in questo modo linfociti con recettori identici a quello che aveva riconosciuto l'antigene: tali linfociti sono detti CLONI e il processo con il quale si formano è detto SELEZIONE CLONALE.
NOTA BENE: in seguito all'attivazione dei linfociti si formano sia CELLULE EFFETTRICI che parteciperanno attivamente alla risposta immunitaria sia CELLULE DELLA MEMORIA, che hanno il compito di riconoscere l'antigene in caso di eventuale successiva invasione.
CELLULE EFFETTRICI: pronte ad affrontare il nemico e a distruggerlo
CELLULE DELLA MEMORIA: non attaccano l'agente estraneo ma entrano in uno stato di quiescenza pronte ad intervenire ad un successivo attacco DELLO STESSO IDENTICO ANTIGENE
Milza, tonsille, linfonodi e tessuto linfoide associato alle mucose degli apparati respiratorio e digerente, costituiscono gli organi linfoidi secondari. Essi ospitano macrofagi e linfociti T e B che stazionano temporaneamente in questa sede durante il processo di circolazione del sangue. I linfociti T e B entrano in contatto con gli antigeni proprio durante la loro permanenza negli organi linfoidi secondari.
I Linfociti B esprimono immunogobuline (Anticorpi, Ab), mentre i Linfociti T esprimono recettori; entrambi fungono da recettori di membrana.
LINFOCITI B: riconoscono direttamente l'antigene tramite anticorpi di superficie; una volta attivati vanno incontro in parte a proliferazione e maturazione in cellule specializzate che secernono gli anticorpi (dette plasmacellule, vere e proprie "fabbriche di anticorpi") e in parte in cellule della memoria (che hanno la stessa funzione delle precedenti ma sono più longeve e per questo continuano a circolare per periodi molto più lunghi rispetto alle plasmacellule, a volte anche per tutta la vita dell'organismo). Come abbiamo visto, le cellule della memoria garantiscono una rapida produzione di anticorpi qualora si ripresentasse un certo agente patogeno per la seconda volta.
Ogni linfocita B esprime sulla propria membrana qualcosa come 150.000 anticorpi (recettori) identici e specifici per lo stesso antigene. Il legame antigene-anticorpo è estremamente specifico: esiste un anticorpo per ogni possibile antigene. Una plasmacellula matura può produrre fino alle 30.000 molecole di anticorpi al secondo.
NOTA BENE: l'attivazione dei linfociti B richiede lo stimolo dei linfociti T helper. I linfociti B riconoscono l'antigene in forma nativa, mentre i linfociti T riconoscono l'antigene processato da cellule accessorie (APC)
LINFOCITI T: interagiscono direttamente con le cellule del nostro corpo che risultano infettate o alterate. Essi contribuiscono all'eliminazione dell'antigene:
direttamente, attività citotossica nei confronti delle cellule infettate da virus;
indirettamente, attivando Linfociti B o i macrofagi.
Sono presenti in due principali sottopopolazioni: Thelper (TH) (CD4+) e T citotossici (TC) (CD8+).
I linfociti T helper presiedono alla regolazione di tutte le risposte immuni per mezzo del rilascio di citochine che aiutano i linfociti B ed i linfociti T citotossici. Hanno quindi una FUNZIONE DI COORDINAMENTO:
presentano i recettori di membrana CD4;
riconoscono antigeni presentati dal MHC II;
inducono differenziamento dei linfociti B in plasmacellule (quest'ultime produttrici di anticorpi);
regolano l'attività dei linfociti T citotossici;
attivano i macrofagi;
secernono le citochine (interleuchine);
esistono diversi sottotipi di linfociti T helper; ad esempio i Th1 sono importanti nel controllo dei batteri patogeni intracellulari tramite l'attivazione di macrofagi.
I linfociti T citotossici (TC) (CD8+) presiedono alla risposta immune cellulo-mediata ed esercitano un'azione tossica contro le loro specifiche cellule bersaglio (cellule infettate e cellule tumorali). Hanno quindi una funzione di DEMOLIZIONE DI CELLULE ESTRANEE:
presentano la molecola di membrana CD8;
riconoscono gli antigeni presentati dal MHC I;
colpiscono selettivamente cellule infettate da virus e cancerogene;
regolati dai T Helper.
I linfociti T citotossici liberano anche potenti sostanze chimiche, le LINFOCHINE, che attirano i macrofagi e stimolano e facilitano la fagocitosi (attaccano direttamente la cellula estranea provocando dei fori, che facilitano il lavoro dei macrofagi).
Quando un'infezione è stata sconfitta, l'attività del linfociti B e T viene bloccata grazie all'azione di altri linfociti T detti soppressori che, appunto, sopprimono la risposta immunitaria: tuttavia, questo processo non è del tutto chiaro ed è attualmente fonte di diversi studi
NOTA BENE: i linfociti B riconoscono antigeni in fase solubile, mentre i linfociti T non possono legarsi agli antigeni a meno che essi non esibiscano sulle loro membrane cellulari sequenze proteiche MHC di classe I. I linfociti T, pertanto, riconoscono antigeni presentati dalle "APC" (antigen presenting cells).



Gli strumenti del sistema immunitario acquisito per riconoscere i specifici antigeni sono quindi tre:

Immunoglobuline o Anticorpi
Recettori delle cellule T
Complesso maggiore di istocompatibilità e proteine MHC su APC (cellule che presentano l'antigene).

Cellule che presentano l'antigene (APC)

PREMESSA: i fagociti (macrofagi e neutrofili) presentano una modesta abilità intrinseca di legarsi direttamente a batteri e ad altri microrganismi. Tuttavia la loro attività fagocitaria si fa particolarmente pronunciata se il il batterio ha attivato il complemento (grazie alle opsonine C3b). I microrganismi che NON attivano il complemento, vengono opsonizzati (etichettati) dagli anticorpi che possono legarsi al recettore Fc del fagocita. Gli anticorpi possono anche attivare il complemento e, se sia gli anticorpi che il complemento (C3b) opsonizzazno il patogeno, il legame diventa ancor più solido (ricordiamo che l'opsonizzazione, indipendentemente dalla sua origine, aumenta enormemente l'efficienza della fagocitosi).
Dalla fagocitosi delle molecole estranee originano dei frammenti di antigene che, all'interno del fagocita, vengono combinati con particolari proteine appartenenti al cosiddetto "complesso maggiore di instocompatibilità" (MHC, major histocompatibility complex, che nell'uomo viene chiamato HLA, human leukocyte antigen). Il complesso maggiore di istocompatibilità - originariamente scoperto perché coinvolto nell'attecchimento e nel rigetto dei trapianti d'organo - permette di riconoscere il self dal non self. Si tratta di proteine ubiquitarie che hanno la capacità di legarsi a molecole interne alla cellula ed esporle sull’esterno della membrana.
I complessi molecolari (frammenti di antigene + molecole MHC II) vengono esposti sulla superficie di alcune cellule, che per questo vengono chiamate cellule che presentano l'antigene (APC). Le cellule APC (cellule dendritiche, macrofagi e linfociti B) possono essere paragonate a delle navette che presentano sulla superficie cellulare frammenti proteici derivati dalla digestione di proteine internalizzate dai fagociti combinati con il complesso maggiore di istocompatibilità di classe 2.
A questo punto è necessario specificare che esistono due tipi di molecole MHC:
le molecole MHC di classe I si trovano sulla superficie di quasi tutte le cellule nucleate e fanno in modo che le cellule del corpo "anomale" siano riconosciute dai recettori CD8 dei linfociti T citotossici; è quindi possibile "evitare una strage" cioè impedire che i linfociti citotossici attacchino le cellule sane dell'organismo. Ad esempio, i linfociti natural killer riconoscono come non-self le cellule con bassa espressione di MHC-I (cellule tumorali), mentre i linfociti T citotossici attaccano soltanto le cellule che presentano complessi antigeni virali - MHC-I.
Le molecole MHC di classe II, invece si trovano solo sulle cellule APC del sistema immunitario, principalmente su macrofagi, linfociti B e cellule dendritiche. Le MHC di classe II presentano peptidi esogeni (derivati dalla digestione dell'antigene) e vengono riconosciute dai recettori CD4 dei linfociti T helper.

I peptidi esposti sulla superficie cellulare grazie alle MHC vengono passati al vaglio delle cellule del sistema immunitario, le quali intervengono soltanto se riconoscono tali complessi come "non self".

Dopo l'esposizione del complesso antigene-MHC, le cellule migrano attraverso i vasi linfatici verso i linfonodi, dove attivano altri protagonisti del sistema immunitario; in particolare:

Se una cellula T citotossica incontra una cellula bersaglio che espone frammenti di antigene sul suo MHC-I (cellule nucleate tumorali o infettate da virus) la uccide per prevenirne la riproduzione;
Se una cellula T helper incontra una cellula bersaglio che espone frammenti di antigene esogeni sul suo MHC-II (fagociti e cellule dendritiche) secerne citochine aumentando la risposta immunitaria (ad esempio attivando il macrofago o il linfocita B che ha presentato l'antigene)."

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Ultima Modifica 4 Anni 1 Settimana fa da miciofelix.

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4 Anni 1 Settimana fa #65158 da miciofelix
Risposta da miciofelix al topic Il mistero del sistema immunitario.
www.focus.it/scienza/salute/cose-che-for...-sistema-immunitario

"Se non fosse per il sistema immunitario nessuno sopravvivrebbe a lungo: questa linea di difesa ci protegge infatti non solo da ospiti sgraditi come virus, batteri e parassiti, ma anche dalle nostre stesse cellule, mutate a causa di malattie come il cancro. In queste settimane, complice l'ondata stagionale di influenza (NB: scritto tempo fa, non si riferisce al coronavirus), il sistema immunitario è stato spesso chiamato in causa e anche un po' ingiustamente denigrato (e proprio nel pieno della battaglia, il cui sintomo è la febbre): ecco allora alcuni fatti sorprendenti, spesso poco noti, che ve lo faranno apprezzare di più.

1. È distribuito in tutto il corpo. La fitta rete di sorveglianza del sistema immunitario comprende una serie di organi deputati alla produzione di globuli bi (milza, midollo osseo, linfonodi, tonsille, timo - una piccola struttura nella parte anteriore del torace), tessuti e cellule circolanti, messi in comunicazione tra loro dai vasi linfatici. Le cellule immunitarie sono distribuite anche in tutti i tessuti del corpo, che raggiungono grazie alla circolazione sanguigna: con un dispiegamento di forze così massiccio, è difficile per un patogeno passare inosservato.

2. Le sue armi di punta si trovano nel sangue. Nell'arsenale di cellule che fanno da guardia all'organismo si distinguono soprattutto fagociti e linfociti. I primi, che si sviluppano nel midollo osseo, costituiscono una prima linea difensiva aspecifica (non specifica) e inglobano nel loro citoplasma le molecole estranee che, lasciate libere di circolare, potrebbero creare problemi. Cellule simili con le stesse funzioni si ritrovano anche in organismi molto elementari. I patogeni che riescono a superare questa prima barriera incontrano una difesa specializzata: i linfociti sono capaci di generare e modificare gli anticorpi che riconoscono antigeni specifici sulla superficie dei patogeni, e di neutralizzarli. Soltanto nei vertebrati si è sviluppato questo secondo livello di difesa "su misura".

3. Fu descritto per la prima volta 2.400 anni fa. Lo storico greco Tucidide, descrivendo un'epidemia di peste che aveva colpito Atene nel 430 a.C., annotò come le persone già contagiate una volta e sopravvissute non si ammalassero più: «Coloro che si erano salvati dall'epidemia […] conoscevano già quelle sofferenze e per se stessi non avevano più nulla da temere; il contagio infatti non colpiva mai due volte la stessa persona, almeno non in forma così forte da risultare mortale».

Questo principio fu sfruttato nel 1796 dal medico britannico Edward Jenner per sviluppare la prima forma di immunizzazione mediante un vaccino: quello contro il vaiolo. I contadini che entravano in contatto con forme di vaiolo bovino o equino risultavano infatti immuni alla versione umana del virus."

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4 Anni 1 Settimana fa #65159 da miciofelix
Risposta da miciofelix al topic Il mistero del sistema immunitario.
(qusto articolo invece si riferisce anche al coronavirus perchè di questi giorni)

lamenteemeravigliosa.it/rafforzare-il-sistema-immunitario/

"Essere immuni vuol dire essere protetti. E il sistema immunitario ha questo compito: è la difesa naturale di cui dispone il corpo per lottare contro le infezioni. Per questo motivo, se è debilitato, diminuisce la sua capacità di sconfiggerle e ci rendiamo più vulnerabili a certe malattie. Vi diamo alcune indicazioni per rafforzare il sistema immunitario in modo naturale.

Come agisce il sistema immunitario

Le principali cellule del sistema immunitario sono i leucociti o i globuli bianchi. Cosicché, quando l’organismo capta una minaccia, queste cellule si mobilizzano e viaggiano nel sangue fino al punto nocivo. Le sue funzioni sono quelle di riparare il tessuto danneggiato, di contenere la diffusione dell’infezione e di produrre le sostanze che promuovono il dolore, gli algogeni.

L’infiammazione è il mezzo di cui si serve il sistema immunitario per far fronte alle infezioni, sia quelle causate dai batteri, funghi, virus, protozoi o dai prioni. Capta le particelle che risultano nocive per la salute e, prima della loro invasione, reagisce attaccandole e distruggendole. L’infiammazione passa solo quando la minaccia sparisce.

Quando il sistema immunitario non funziona correttamente, vi sono molteplici ripercussioni negative sull’organismo. Tra queste, l’immunodeficienza, “l’abbassamento della guardia” del sistema. Ciò fa sì che i naturali meccanismi di protezione e di difesa dell’organismo siano meno attivi del solito.

Parliamo anche della comparsa di certe malattie autoimmuni, le quali fanno sì che il sistema attacchi erroneamente le cellule sane del corpo. L’organismo non riesce più a differenziare i suoi tessuti dagli agenti infettivi. E siccome è confuso, infiamma parti del corpo che sono sane. Esistono più di 80 tipi di malattie autoimmuni e, anche se in molti casi le loro cause sono sconosciute, si pensa che abbiano una forte componente ereditaria. Sono più comuni tra le donne.

I trucchi per rafforzare il sistema immunitario

Oltre all’esistenza di fattori interni che ne modificano il funzionamento, ce ne sono anche di esterni che possiamo controllare meglio. Possiamo intervenire modificandoli e, perciò, rafforzare il sistema immunitario. Quali sono?

Alimentazione equilibrata

È il principale fattore che può rafforzare il sistema immunitario. L’alimentazione deve essere equilibrata. Vale a dire, deve essere basata sul consumo di tutti i nutrienti che necessitiamo nella loro giusta misura.

I grassi monoinsaturi (frutta secca, salmone, tonno, olio di oliva), latticini, proteine, carboidrati, vitamine, minerali e almeno 5 porzioni di frutta e verdura. Altri nutrienti che possono completare la vostra dieta e contribuire a rafforzare il sistema immunitario sono:

Vitamina E: presente negli oli di germi di frumento, nel girasole, nel cartamo, nel mais e nella soia. Anche nelle mandorle, negli arachidi e nelle nocciole o negli ortaggi con le foglie verdi, come gli spinaci.
Vitamina C: primeggia nelle verdure come il cavolo, gli ortaggi come i broccoli, nella frutta come le arance, il pompelmo, la guaiava e i limoni.
Vitamina A: è contenuta nel latte, nel burro o nel formaggio cheddar. Anche nelle verdure, come le carote o il cavolo.
Ferro: si trova nelle carni rosse magre, come il vitello o il bue, nei molluschi con il guscio, nel fegato e nelle uova.
Zinco e selenio: li troviamo nella carne di manzo, tacchino e pollo o nel gamberetto, nell’aragosta e, in generale, nella maggior parte dei pesci. Il vantaggio è che questi minerali sono presenti in quasi tutti gli alimenti che consumiamo abitualmente.

Evitate le infezioni

Molte volte le infezioni, l’igiene personale e quella degli alimenti vengono trascurate. Nell’arco della giornata mettiamo le nostre mani su molte cose: le maniglie delle porte, i bagni, la testiera del computer… Perciò, i potenziali virus o i batteri che si trovano nell’ambiente possono colpirci. Per questo motivo, dovete lavarvi bene le mani prima di mettere qualsiasi cosa in bocca. Anche se può sembrare ovvio, non è irrilevante ed è un ottimo modo per prevenire le infezioni.

Nonostante gli alimenti passino attraverso una catena di sicurezza alimentaria, è molto importante pulire bene la frutta e le verdure prima di mangiarle. È sufficiente farlo con acqua e aceto. Si consiglia anche di mantenere la catena del freddo quando bisogna cucinare carne e pesce

Fare sport

Un’altra delle abitudini che può aiutarci a rafforzare il sistema immunitario è quella di fare attività fisica per 30 minuti e almeno 3 volte a settimana. Questa regolarità mantiene attivi i nostri muscoli e aiuta a consentire a ogni cellula del nostro corpo di essere ossigenata e di poter realizzare meglio le proprie funzioni.

È fondamentale che l’attività che facciamo ci spinga ad allenare quasi tutti i gruppi muscolari del corpo. Per esempio, il nuoto, il tennis, il ciclismo, la corsa o semplicemente camminare. Tutti questi favoriscono il coordinamento, la flessibilità e la completa mobilità del corpo.

Ma, attenzione! Perché, proprio come l’inattività fisica pregiudica la circolazione del sangue e promuove la comparsa di certe malattie cardiovascolari, l’eccesso di esercizio fisico può aumentare la vulnerabilità del nostro sistema immunitario. Oltrepassare i limiti del proprio corpo danneggia le difese, perché vengono portate all’estremo e allo sfinimento. È importante calibrare questa intensità e capire fino a dove possiamo arrivare.

Meditazione e rilassamento

Lo stress, l’ansia o la depressione hanno molte volte il potere di ridurre la nostra capacità di affrontare le avversità. Se si presentano in modo continuativo, oltre ad alterare lo stato d’animo, deteriorano e riducono la resistenza e favoriscono la comparsa di malattie. Un buon modo per evitarlo e rafforzare il sistema immunitario è quello di fare yoga, tai-chi, mindfulness o meditazione. Sono tutte tecniche di rilassamento che vi permettono di migliorare la respirazione e, di conseguenza, l’equilibrio tra mente e corpo.

Siamo costantemente esposti ad agenti nocivi: il fumo di tabacco, l’inquinamento ambientale, la polvere…Per questo motivo, rafforzare il sistema immunitario è il modo migliore per prevenire i danni all’organismo. Se mettete in pratica questi semplici consigli, il vostro sistema immunitario diventerà più forte e il vostro corpo lo apprezzerà a livello generale."

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4 Anni 1 Settimana fa #65160 da miciofelix
Risposta da miciofelix al topic Il mistero del sistema immunitario.
www.varesenews.it/2019/12/rinforzare-sis...ivare-subito/882764/

"Il sistema immunitario fa un grande lavoro per difendere l’essere umano dai microrganismi che causano patologie. A volte può capitare che fallisca e che quindi ci si ammali, ma la maggior parte delle volte si tratta di malanni stagionali e facilmente risolvibili, come per esempio influenza o raffreddore.

Ad ogni modo è possibile intervenire sul sistema immunitario e lavorare per rinforzarlo. Di seguito alcuni consigli per migliorare le difese immunitarie.

Rinforzare il sistema immunitario si può: ecco come

Il sistema immunitario, per funzionare bene, richiede equilibrio ed armonia. Per questo motivo, lo stile di vita è un fattore di incidenza sulla forza delle difese immunitarie.

Dieta, esercizio fisico, età e stress sono solo alcuni dei fattori che influenzano la capacità del sistema immunitario di difendere l’organismo. Non a caso, quando si è particolarmente stressati è molto più semplice ammalarsi e prendere il raffreddore o l’influenza.


La prima linea di difesa dalle patologie, quindi, è quella di scegliere uno stile di vita sano. Seguire le linee guida generali di buona salute è un piccolo passo che puoi fare per mantenere il tuo sistema immunitario forte e sano, e queste sono:

non fumare;
seguire una dieta ricca di frutta e verdura;
allenarsi regolarmente;
mantenere il proprio peso-forma;
bere alcolici solo con moderazione;
dormire adeguatamente;
adottare misure per evitare infezioni, come lavarsi spesso le mani o cuocere accuratamente la carne;
ridurre al minimo lo stress;
assumere latticini come yogurt, latte e formaggi (non grassi).

Tutte regole di buona condotta nel proprio stile di vita, utili per rinforzare il sistema immunitario con il tempo.

L’importanza dei fermenti lattici per il sistema immunitario

Come ultimo consiglio troviamo quello di assumere latticini, ricchi di fermenti lattici. In particolare, i probiotici hanno un’ampia azione protettiva nei confronti della salute dell’essere umano, poiché agiscono a livello intestinale.

Proprio nell’intestino, infatti, risiede la maggior parte delle cellule che compongono il sistema immunitario, strettamente collegate a quelle della flora batterica che abita questa zona del corpo. Per questo i probiotici sono importanti: poiché hanno un’attività protettiva nei confronti della flora batterica intestinale, fanno bene a tutta la salute in generale.

In particolare, una volta che hanno raggiunto l’intestino, i fermenti lattici aderiscono alle cellule che rivestono la cavità interna di questo organo. La loro azione specifica è quella di impedire la proliferazione di batteri dannosi e favoriscono, nel mentre, la crescita di una flora batterica più sana ed equilibrata.

Diversi studi hanno dimostrato che la salute parte dall’intestino dell’essere umano e che una flora batterica rinforzata dall’azione dei fermenti lattici porta beneficio a tutto l’organismo. Provare per credere"

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4 Anni 1 Settimana fa #65161 da miciofelix
Risposta da miciofelix al topic Il mistero del sistema immunitario.
integratorimigliori.com/difese-immunitarie/

"Esistono diversi modi per evitare di prendersi frequentemente raffreddore e influenza.

Scopri, in questo articolo, stile di vita, cibi e i migliori integratori per rinforzare le difese immunitarie.

COME FUNZIONA IL SISTEMA IMMUNITARIO?

Il nostro sistema immunitario è essenziale per la nostra sopravvivenza.

Senza un sistema immunitario, il nostro corpo sarebbe indifeso dagli attacchi di batteri, virus, parassiti e altro ancora.

È il nostro sistema immunitario che ci mantiene in salute mentre andiamo alla deriva attraverso un mare di agenti patogeni.


Questa vasta rete di cellule e tessuti è costantemente alla ricerca di invasori e, una volta individuato un nemico, viene sferrato un attacco complesso.

Il sistema immunitario è diffuso in tutto il corpo e coinvolge molti tipi di cellule, organi, proteine e tessuti.

Fondamentalmente, può distinguere il nostro tessuto dal tessuto estraneo.

Anche le cellule morte e difettose sono riconosciute e rimosse dal sistema immunitario.

Se il sistema immunitario incontra un agente patogeno, per esempio un batterio, un virus o un parassita, produce una cosiddetta risposta immunitaria.

IL RUOLO DEI GLOBULI BIANCHI

I globuli bianchi, chiamati anche leucociti, svolgono il ruolo primario del sistema immunitario, circolando nei vasi sanguigni e linfatici.

I nostri globuli bianchi sono immagazzinati in diversi punti del corpo, che sono indicati come organi linfoidi.

Questi includono quanto segue:

Timo. Una ghiandola tra i polmoni e appena sotto il collo.
Milza. Un organo che filtra il sangue. Si trova in alto a sinistra dell’addome.
Midollo osseo. Che si trova al centro delle ossa, produce anche globuli rossi.
Linfonodi. Piccole ghiandole posizionate in tutto il corpo, collegate da vasi linfatici.

Ci sono due tipi principali di leucociti:

Fagociti. Queste cellule circondano e assorbono gli agenti patogeni e li distruggono, mangiandoli efficacemente.
Linfociti. I linfociti aiutano il corpo a ricordare gli invasori precedenti e a riconoscerli se tornano ad attaccare di nuovo.

Questi ultimi poi, si suddividono in:

Linfociti B. Producono anticorpi e aiutano ad allertare i linfociti T.
Linfociti T. Distruggono le cellule compromesse nel corpo e aiutano ad allertare altri leucociti.


SINTOMI DI DIFESE IMMUNITARIE BASSE

Il sintomo principale di un sistema immunitario debole è la suscettibilità alle infezioni.

Una persona con un sistema immunitario debole può contrarre infezioni più frequentemente rispetto alla maggior parte delle altre persone e queste malattie potrebbero essere più gravi o più difficili da curare.

Queste persone possono anche trovarsi ad avere a che fare con un’infezione che una persona con un sistema immunitario più forte non avrebbe.

Le infezioni che le persone con un sistema immunitario debole spesso hanno includono:

Polmonite
Meningite
Bronchite
Infezioni della pelle

Queste infezioni possono ripetersi con una frequenza elevata.

Gli altri sintomi di un sistema immunitario debole possono includere:

Disturbi autoimmuni
Infiammazione degli organi interni
Disturbi o anomalie del sangue, come l’anemia
Problemi digestivi, tra cui perdita di appetito, diarrea e crampi addominali
Crescita e ritardi nello sviluppo di neonati e bambini


QUALI SONO LE CAUSE DI DIFESE IMMUNITARIE BASSE?

Molti disturbi possono indebolire il sistema immunitario e causare l’immunodeficienza di una persona.

Questi disturbi, che vanno da lievi a gravi, possono essere presenti fin dalla nascita o possono verificarsi come risultato di fattori ambientali.

Essi includono:

HIV
Alcuni tipi di cancro
Malnutrizione
Epatite virale
Alcuni trattamenti medici

A volte, un disturbo da immunodeficienza può essere così lieve che una persona potrebbe non esserne consapevole per anni.

Altre volte, il disturbo è più grave e provoca frequenti infezioni per tutta la vita.

Molto spesso però, si può avere una maggior incidenza di malattie se presenti condizioni più comuni come:

Ansia
Stress cronico
Mancanza di sonno
Dieta inadeguata e disidratazione
Scarsa igiene
Eccesso di alcol, caffeina, droghe o farmaci

Malattie autoimmuni (asma, allergie, artrite, celiachia, ecc..)
Esposizione alle infezioni
Anemia


GLI INTEGRATORI PER AUMENTARE LE DIFESE IMMUNITARIE BASSE

L’efficacia di questi integratori per aumentare le difese immunitarie basse, viene stabilita in base alla loro capacità di poter intensificare la concentrazione di globuli bianchi e cellule NK (Natural Killer).

Questi integratori vanno assunti prima del solito periodo, generalmente invernale, in cui proliferano i virus.

Ecco i migliori per preparare il corpo nel miglior modo possibile:

(seguono indicazioni sui seguenti integratori naturali e su dove acquistarli:)

- astragalo
- reishi
- zinco
- echinacea
- vitamina E
- clorella
- cromo

ALTRI POSSIBILI INTEGRATORI PER RAFFORZARE LE DIFESE IMMUNITARIE

Possono esserci altri integratori e rimedi naturali per rafforzare il sistema immunitario, soprattutto nel caso di basso numero di globuli bianchi.

Tra i maggiormente studiati troviamo:

Vitamina D
Vitamina C
Citrullina
Eleuterococco
Basilico Sacro
Ashwagandha
Cumino Nero


CIBI CHE AUMENTANO LE DIFESE IMMUNITARIE

Nutrirsi con determinati alimenti può aiutare a mantenere forte il sistema immunitario.

Se vuoi prevenire e ridurre al minimo la possibilità di essere contagiato e di passare diversi giorni a letto con febbre, tosse e raffreddore, potresti pensare di seguire una dieta con questi alimenti:

(seguono altri integratori e info su dove prenderli)

- agrumi
- peperoni rossi
- broccoli
- aglio
- zenzero

Altri cibi e alimenti che dovrebbero essere assunti per rafforzare il sistema immunitario sono:

Spinaci
Yogurt Greco
Mandorle
Curcuma
Tè Verde
Papaia
Pollame
Semi di Girasole
Frutti di Mare

ALTRI MODI PER RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO DEBOLE

miglior integratore difese immunitarie

Le persone che hanno un sistema immunitario debole possono prendere diverse misure per massimizzare le loro possibilità di rimanere in salute ed evitare le infezioni.

Ecco le pratiche da seguire:

#1 BUONA IGIENE

Uno dei modi più semplici per una persona con un sistema immunitario debole per mantenersi in salute è praticare una buona igiene, che include il lavaggio frequente delle mani.

Inoltre disinfettare con prodotti dedicati gli oggetti domestici, come ad esempio telecomandi, chiavi, cellulari e maniglie delle porte, potrebbe evitarvi la prossima influenza.

Anche evitare le persone già contagiate sarebbe una cosa da non sottovalutare, spesso il solo contatto ravvicinato potrebbe portare ad un’infezione.

#2 GESTIRE LO STRESS

Lo stress può indebolire ulteriormente il sistema immunitario e rendere una persona più suscettibile alle malattie.

Alcuni studi mostrano che una persona che è sotto eccessivo stress ha maggiori probabilità di ammalarsi.

Le persone con un sistema immunitario debole dovrebbero adottare misure per gestire lo stress.

Le pratiche che possono ridurre e gestire lo stress includono:

Yoga
Meditazione e Rilassamento
Massaggi
Praticare degli hobby


#3 DORMIRE

Secondo la National Sleep Foundation, la privazione del sonno ha un effetto simile a quello dello stress sul sistema immunitario del corpo.

La mancanza di sonno interrompe la normale produzione di globuli bianchi, un componente cruciale del sistema immunitario dell’organismo.

Secondo la CDC, gli adulti dovrebbero dormire almeno 7 ore ogni giorno, mentre i neonati e i bambini hanno bisogno di almeno 8-17 ore di sonno a seconda dell’età.

#4 ATTIVITÀ FISICA

L’attività fisica regolare mantiene il corpo sano.

Oltre a rafforzare il corpo, l’esercizio fisico fa sì che il corpo rilasci endorfine che riducono i livelli di stress.

Tuttavia, coloro che hanno un sistema immunitario debole dovrebbero stare attenti a non allenarsi troppo duramente perché questo può indebolire ulteriormente il sistema immunitario.

In questo caso vale il principio della progressività e della moderazione.

ALLERGIE E SISTEMA IMMUNITARIO

L’allergia è una malattia del sistema immunitario tra le più comuni al mondo.

Le persone con una storia familiare di allergie hanno un rischio aumentato di sviluppare malattie allergiche.

Febbre da fieno, eczema, orticaria, asma e allergia alimentare sono alcuni tipi di malattie allergiche.

Le reazioni allergiche iniziano nel sistema immunitario.

Quando una sostanza innocua come polvere, muffa o polline viene inalata da una persona allergica a quella sostanza, il sistema immunitario può reagire in modo eccessivo.

Può produrre anticorpi che attaccano l’allergene.

Questi possono causare affanno, prurito, naso che cola, lacrimazione o prurito agli occhi e altri sintomi.

Le reazioni allergiche comuni, come il raffreddore, alcuni tipi di asma e l’orticaria sono legati a un anticorpo prodotto dall’organismo chiamato immunoglobulina E (IgE).

Ogni anticorpo IgE può essere molto specifico, reagendo contro alcuni pollini e altri allergeni.

In altre parole, una persona può essere allergica ad un tipo di polline, ma non ad un altro.

In questi casi, potrebbe essere utile l’utilizzo di prodotti come gli antistaminici naturali per le allergie.


CONCLUSIONI

Il sistema immunitario è un complesso sistema di cellule e organi del sangue e protegge il corpo da germi dannosi che possono causare malattie.

Se una persona si accorge di contrarre frequentemente infezioni, può avere un sistema immunitario debole.

In realtà il fatto di avere un sistema immunitario forte non preclude la possibilità di ammalarsi, ma frequenza e durata potrebbero essere inferiori.

Proprio per evitare di ammalarsi con frequenza è opportuno in certi momenti dell’anno aumentare le difese immunitarie basse assumendo gli integratori adatti e seguendo uno stile di vita e dieta adeguati."

"(..) sei fuori di testa (..)"
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