Categoria: Medicina Ortomolecolare
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La medicina ortomolecolare

 
“Ricordatevi che l'uomo è nato per vivere sano; quando si ammala è la natura che lancia i suoi segnali per dire che è stato spezzato un delicato equilibrio”.   Cit. Aulo Cornelio Celso
La Medicina Ortomolecolare rivaluta il significato profondo di questa affermazione, curando e riscoprendo “l'Uomo”, nella sua intera biologia.

“Se la natura dà il tempo di scoprire la malattia, concede anche il tempo di curarla, ma la prima terapia consiste nel non nuocere.”, Ippocrate il Padre della Medicina ammoniva di “Guardarsi dal medico che non ha una visione unitaria dell'organismo, potremmo dire, ortomolecolare, e dal medico che abusa delle terapie, perchè molte terapie sono una contemplazione della morte!”.
 

L'uso dei farmaci non sempre consente la guarigione, ma soltanto di alleviare dei sintomi, e a volte di convertirli in altri meno evidenti e più aggressivi.

La prima condizione per vivere sani e sereni secondo la Medicina Ortomolecolare, è quella di essere in armonia con la natura, rispettando le leggi di essa. 
 
La medicina meccanicistica-newtoniana utilizza delle molecole farmacologiche che combattono in modo diretto i sintomi, responsabili dell'evento morboso, senza chiedersi, neanche per un attimo, perchè l'evento si è verificato. 

La febbre era considerata, da Ippocrate, il padre della medicina, l'espressione della reazione di difesa adottata dal corpo per contrastare spontaneamente delle tossine, microbiche, per esempio. Attualmente, al benchè minimo brivido di febbre ci si allarma ed il medico, spesso anche per tacitare le incalzanti richieste del paziente, somministra farmaci, tipo antipiretici o addirittura antibiotici, che tendono a repirimere la fisiologica e preziosa reazione di depurazione della febbre, che però non consente di espellere quelle tossine che “impregneranno l'organismo”.  

A distanza di anni le tossine coniugate sotto forma di omotossine non esiteranno a restituire, con i dovuti interessi, tale bagaglio morboso, sotto forma di ulteriori, apparentemente inspiegabili, malattie, per le quali un altro medico non esiterà a riprescrivere il fatidico farmaco peggiorando ulteriormente l'intossicazione endogena preesistente in base al principio della Vicariazione Progressiva di Reckeweg.