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Domanda Dello stress ossidativo: radicali liberi e altro.

  • Raffaele/Michelangelo
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11 Anni 7 Mesi fa #11657 da Raffaele/Michelangelo
Dello stress ossidativo: radicali liberi e altro. è stato creato da Raffaele/Michelangelo
Per mantenersi in vita, le nostre cellule, i nostri tessuti, i nostri organi abbisognano delle sostanze nutrizionali.

Non solo: al nostro corpo occorre anche l'energia, che esso sviluppa attraverso la combustione dell'ossigeno e del glucosio.

Quando pensiamo all'ossigeno, solitamente gli associamo un'interpretazione favorevole, ossia quella d'essere un elemento “vitale” per moltissimi organismi, uomo compreso.

Bene: purtroppo, esiste anche un aspetto di questo preziosissimo elemento per noi del tutto spiacevole!

Già, perché l'ossigeno “brucia”, ma non alla maniera che comunemente crediamo, bensì molto più celatamente e subdolamente.

Sto parlando dell'ossidazione.

E per materializzarne il concetto, ci è sufficiente visualizzare la trasformazione che interviene in un frutto (ovviamente, genuino, non chimicamente trattato) col trascorrere del tempo (qualche ora), dal momento che lo abbiamo tagliato per metà.

Esso s'annerisce sempre di più, un po' come fanno i materiali ferrosi a contatto con l'ossigeno dell'aria.

Volere o no, Amici miei, sottostiamo alle deleterie ripercussioni dei processi ossidativi, dovuti al fatto che viviamo nel mezzo aria, composta per un 21% da ossigeno.

E quindi, al nostro interno, si sviluppano “combinazioni”, interagenti con l'ossigeno, significativamente instabili dette, per l'appunto, “radicali liberi”, dalla tipica attitudine a collegarsi con innumerevoli altre molecole: hanno, infatti, un elettrone spaiato nell'orbitale periferico, che cercano di “riequilibrare” togliendo un elettrone a qualsivoglia altra molecola incontrino durante il loro tragitto.

Inutile dire, che così facendo essi finiscano dalla “padella nella brace”, esitando tutto il sistema in un'enorme fabbricazione di composti reattivi, quindi, nel cosiddetto stress ossidativo, che attacca le strutture cellulari, come la membrana citoplasmatica e il nucleo, che accoglie lo stesso DNA.

Insorgono allora, per effètto di tale scompenso ossidativo, le patologie a esso correlate, quali l'ictus cerebri, l'infarto, le neoplasie, le malattie reumatiche, la cataratta, il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer, ...

Tanto i lipidi, componenti essenziali delle membrane citoplasmatiche cellulari, quanto i tessuti cerebrali sono gli obiettivi più colpiti dai radicali liberi.

A onor del vero, ricorderò il valore dei radicali liberi nel contrastare i batteri patogeni e la degenerazione cellulare, con una loro fabbricazione collegata al bisogno del corpo stesso.

La loro fisiologica costituzione s'attua nel tempo di attività fondamentali, quali la respirazione, la digestione, l'attività motoria, ma può avvenire anche per influsso esterno, per es., attraverso i raggi ultravioletti emessi dal Sole, i quali per protratta esposizione alimentano l'invecchiamento della cute, o per i nitriti e i nitrati, insiti negli alimenti, gli additivi dietetici, il fumo delle sigarette, l'inquinamento dell'aria, i prodotti farmaceutici, ...

Cerchiamo, dunque, una misura, come in tutte le cose.

Sapete che l'infiammazione ci serve per proteggere i tessuti dai più disparati attacchi cui quotidianamente il nostro organismo è sottoposto.

Se, tuttavia, questa risposta, invece di condurci alla guarigione in tempi adeguati, si prolunga troppo, ecco che essa si cronicizza, con tanto di “messa in opera” dei radicali liberi, i quali assieme alla condizione flogistica (infiammatoria) determineranno le malattie precedentemente riferite.

Dunque, occhio, perché il connubio “infiammazione-fabbricazione radicali liberi” è uno stato molto pericoloso, che conduce velocemente il corpo verso la senilità e le più serie patologie.

Pure l'ictus cerebri o l'infarto del miocardio, solo in pochissime occasioni sono da ascrivere a una diminuzione del lume dei vasi sanguigni che affluiscono agli organi vitali quali il cervello e il cuore, mentre molto frequentemente questi ferali eventi sono l'effetto di cronici stati infiammatori e d'una abnorme fabbricazione al nostro interno di radicali liberi, su un substrato acidificato (gli acidi sono sempre irritanti, esauriscono notevoli quote d'ossigeno e di minerali, producono stati infiammatori, irrigidimento e usura delle mucose e delle “condutture” ematiche e, più in generale, del S.I., avviando l'organismo verso le patologie degenerative).

Una situazione siffatta (processo infiammatorio + produzione radicalica) conduce anche alla costituzione di aggregati ematici (fibrina, piastrine, globuli rossi) nel lume dei vasi sanguigni (trombi) o a coaguli prodotti da ferite parietali dei vasi stessi, per via d'un costante “bombardamento” amico, che cerca in ogni modo di riportare alla normalità l'usurata parte endoteliale.

Per stare in salute è necessario un bilanciamento tra l'endogeno e l'esterno, equilibrio che può essere alterato da fattori quali lo stress, il cibo, i farmaci, l'inquinamento, ...

Lo stress ossidativo, come già detto, è uno dei cardini della senilità e dell'insorgere delle malattie degenerative.

Ma non dobbiamo ritenere la formazione dei radicali liberi il peggiore dei guai: essi sono generati nella dose, nella dimensione e nei luoghi in cui sono effettivamente indispensabili, giustificando anche una loro iper-fabbricazione, pur se deleteria per i nostri tessuti.

Essenziale è promuovere un adeguato bilanciamento tra la generazione dei radicali liberi e il complesso antiossidante del nostro corpo, in modo che essi una volta adempiuto alle loro importanti funzioni siano eliminati dal nostro organismo.

Sto dicendo che ci occorrono allo scopo sia una sana dieta sia una sana integrazione Ortomolecolare, immettendo all'interno del nostro corpo tutti quegli “spazzini” dei radicali liberi che ben conosciamo, a cominciare proprio dalla vitamina C, ma anche la E, la A, il Selenio, lo Zinco, gli acidi grassi e l'acido lipoico, ...

Per l'approfondimento su come si formano i radicali liberi.

Quando una molecola cede un elettrone, e ciò avviene quotidianamente all’interno del nostro corpo, prontamente l’ossigeno lo cattura e lo pèrmuta in un aggregato definito “anione superossido”, ch’è l’archètipo (progenitore) di tutti i radicali liberi al nostro interno.

Numerose varietà di Leucociti (G.B.) si servono dell’esito devastante dei radicali liberi per sgominare qualsiasi nemico, o ritenuto tale, del quale s’impossessino.

Tuttavia, per scongiurare tutta una serie di pericolose reazioni in successione, l’anione superossido va subitamente eliminato, pur se proveniente dalle stazioni protettive dei Globuli Bianchi o dalla catena di trasporto degli elettroni a livello mitocondriale.

Eliminazione questa affidata all’enzima SuperOssidoDismutasi (SOD), il quale converte l’anione in perossido d’Idrogeno (acqua ossigenata) che, pur se di minore dannosità, va assolutamente rimosso, perché al cospetto del Fe o del Cu (Ferro o Rame) genera un potente radicale ossidante, quello ossidrìle, in grado d’avviare celermente un’azione ostica nei confronti sia del DNA sia dei gruppi lipidici (acidi grassi, isoprenoidi o glicosilfosfatidilinositolo).

Occorre, pertanto, che il perossido d’Idrogeno sia espulso da enzimi, quali quelli della catalasi (che dissociano l’acqua ossigenata in acqua e ossigeno molecolare, biatomico, O2) o particolarmente quelli della glutatione-perossidasi, che usa il Glutatione come elettrone donatore, ch’è per l’appunto attiva nei confronti dell’acqua ossigenata (ma anche di idroperossidi organici), in presenza del Selenio o, per meglio dire, di Selenocisteina.

Lo stesso dicasi dei fenomeni da fotosensibilizzazione (radiazioni ionizzanti d’ogni tipo, esposizione solare) che generano l’Ossigeno singoletto con due elettroni accoppiati nell’orbitale di antilegame, il quale pur non essendo un radicale libero, risulta una sostanza mediana della trasformazione dell’Ossigeno stesso da una configurazione nociva a un’altra.

Non solo: se togliamo un elettrone a una molecola lipidica, avremo un radicale lipoperossido anche “più longevo” dei suoi simili, la cui biochimica andrà a promuovere materiali pro-infiammatori che esplicheranno una nociva ripercussione sulla salute dell'organismo e spianeranno il terreno alle più disparate patologie, quelle per lo più consociate all’obesità, quali il Diabete e i disturbi cardiovascolari.

La vitamina E è in grado di ostacolare l’azione dei radicali, interagendo con essi e disattivandoli; purtroppo, poi, essa decade in radicale libero, pur se flebilmente, e necessita della vitamina C per essere reintegrata, vitamina C che sappiamo s’immola in un’incessante opera di difesa, attraverso interazioni con numerose specie reattive dell’Ossigeno, rigenerandosi essa stessa in virtù del Glutatione.

Se poi le cellule immunitarie attaccano dei possibili “aggressori”, si crea Acido ipocloroso che esplica una deleteria ripercussione sia sul nucleo della cellula sia, in senso più ampio, sulla materia genetica.

E ancora: se si congiungono un atomo di Ossigeno con un atomo di Azoto si genera monossido di Azoto (molecola di ridottissime dimensioni) in grado di agganciare un elettrone e di avviare un processo d’ossidazione di un’altra molecola o di un atomo, alla stregua di tutti gli altri radicali liberi.

In altre parole, innumerevoli sono i processi fisiologici e fisiopatologici che mettono quotidianamente a dura prova la nostra salute, squilibrando il nostro bilanciamento psico-somatico, da custodire, quanto più a lungo possibile, secondo la nostra intelligenza e il nostro buon senso, attraverso una sana dieta e integrazione Ortomolecolare.

D’altronde, è negli assunti della Biologia evolutiva che il meccanismo di fondo della cellula attui la migrazione d’uno o di più elettroni da una materia ossidata a un’altra e che tale cessione vada riequilibrata, in pochissimo tempo, da altre molecole capaci di mollare un elettrone.

Andando avanti negli anni, si constàta un’inefficiente padronanza degli elettroni nella catena di trasporto dei dispensatori degli stessi (NADH, Nicotinammide Adenina Dinucleotide, e succinato proveniente dall’Acido succinico) verso i Citocromi, proteine vettori che consentono l’uso dell’Ossigeno molecolare da parte delle cellule.

Se l’Ubiquinone (CoQ10), che ha un essenziale compito nel trasferimento degli elettroni e agisce come un’antiossidante, si autoossida (evento abbastanza probabile), esso si trasforma e diviene un notevole generatore di superossidi.

Venendo meno l’Ubiquinone, le membrane dei Mitocondri declassano nella loro giusta funzionalità e, se si affievolisce il meccanismo omeostatico di custodia del coenzima, dall’autoossidazione si generano ben più consistenti produzioni di radicali liberi.

Ciò, purtroppo, ribadisco, con la vecchiaia è più probabile e più frequente, inficiando fortemente le “performances” cellulari come pure quelle dell’intero nostro corpo.

I radicali liberi ripercuotono il loro effetto devastante per lo più sui nostri assetti endogeni abbastanza fragili ma necessari, quali il nucleo della cellula (possiede la memoria genetica, ossia il DNA, che contrasta instancabilmente gli attacchi a suo carico, con meccanismi di risanamento degli eventuali guasti) e la membrana citoplasmatica (presiede all’interscambio di ioni di Calcio, Magnesio, Potassio e Sodio tra il fuori e il dentro della cellula, in modo da garantirne al contempo l’equilibrio di membrana e l’interezza), sempre meno efficienti (soprattutto il DNA dei Mitocondri) con l’invecchiamento.

Raffaele

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