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Risolto Lo Zen

  • Liuc33
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1 Anno 3 Mesi fa - 1 Anno 3 Mesi fa #69687 da Liuc33
Risposta da Liuc33 al topic Lo Zen
Meditazione
Lo Zazen, ossia la meditazione seduti, è la pratica Zen per definizione. Sedersi in terra e osservare quello che succede attorno a noi, ascoltando il nostro corpo, un respiro dopo l’altro e quello che ci passa in mezzo, senza pensare ad altro, è così facile e così difficile al tempo stesso.

Ci sono diversi tipi di meditazione e ognuno può trovare il suo preferito. Nello Zen stesso esiste anche la meditazione camminata, addirittura pratica chiave in alcune scuole, ma la meditazione è presente anche in altre pratiche come per esempio lo Yoga – meditazione esso stesso – o i Riti Tibetani, esercizi fisici derivati dallo Yoga che stimolando il sistema endocrino ci mantengono in forma.

La pratica della meditazione può essere estesa a qualunque attività, dalla cucina, come insegna il maestro Dogen nelle Istruzioni a un cuoco Zen, alla gestione della casa, come nel Magico potere del riordino di Marie Kondo.

Cucinare, così come pulire o riordinare, sono due pratiche che possiamo trasformare in rituali di meditazione, semplicemente dedicando tutta la nostra attenzione a queste attività, e rallentando per viverle intenzionalmente.

Non attaccamento
Il non attaccamento è un concetto comune a Yoga, Buddismo e altre discipline orientali. Vivere senza attaccamento consente di distaccarsi dal ciclo delle reincarnazioni e liberarsi da questo.

Praticare il non attaccamento significa imparare ad accettare la vita, con i suoi accidenti e le sue magagne, per quello che essa è. Ed è nel viverla – nella pratica del vivere -, non nel ricercare un premio per averla vissuta, che troviamo la nostra illuminazione. Il premio è in definitiva il vivere stesso.

Godersi il momento
Il rito del the è una pratica giapponese che trasforma l’assunzione di una bevanda calda in una vera e propria cerimonia sociale che include in se stessa i principi chiave della meditazione e dell’essenzialità dello Zen. Senza necessità del rito, possiamo rendere Zen il momento del the semplicemente dedicando tutti noi tessi a esso.

Questa cosa lo possiamo fare in tanti altri momenti della nostra vita, per esempio rimuovendo ogni altro pensiero dalla nostra testa e trasformando in una cerimonia il momento di gioco con nostra figlia, o il rituale con cui la mettiamo a nanna.

L’importante è crearsi dei margini per avere il tempo di rallentare e riflettere su quello a cui stiamo per dedicarci o abbiamo appena vissuto.

Cercare la felicità in ciò che abbiamo
Uno dei principi più importanti dello Zen è quello della ricerca della felicità in ciò che abbiamo. Nello Zen la felicità non è data dal’esterno, ma dall’interno. E questa è anche una verità scientifica, come hanno provato gli studi del ricercatore Shawn Achor e come ha riassunto Robert Wiseman nella teoria Come se.

In sostanza, è sufficiente sorridere per essere tecnicamente più felici, ed è questa una delle prime sfide che ho messo insieme nel corso che propongo con questo blog.

La pratica Zen è essa stessa ricerca della felicità, anche se in questo caso la felicità non è l’oggetto della ricerca. In un certo senso, è ricerca senza un oggetto di ricerca, l’unico tipo di ricerca il cui ultimo fine è se stessa, ovvero l’atto del ricercare, che poi è quello che ci rende cercatori, indipendentemente da ciò che troviamo.

Una volta ancora, è la pratica l’oggetto stesso della nostra felicità. E questo è ancora più vero se pensi al concetto di flow come definito dal professor Mihaly Csikszentmihalyi: quando un’attività ti appassiona per davvero finisci spesso col perdere la concezione del tempo e dedicarti a essa più di quanto avevi previsto o quanto fosse lecito, che si tratti della lettura di un libro o di un progetto che fa parte del tuo lavoro.

Servi gli altri
Il concetto di servizio è insito nella dottrina Zen perché parte del nostro istinto di esseri umani. Siamo animali sociali chiamati a vivere all’interno di un branco contraddistinto dal supporto reciproco fra i membri che lo compongono. Il nostro branco sono la famiglia, la cerchia di amicizie, la comunità in cui viviamo e in fondo il mondo intero.

Una volta che abbiamo trovato la felicità nel nostro essere, non resta infatti che dedicarci ad aiutare gli altri a compiere lo stesso percorso. Condividere, donarsi, è quello che facciamo fin da bambini nei confronti di chi ci ha donato la vita e le sue attenzioni ancora prima di trovare un perché; è quello che facciamo con coloro che diventano nostri amici; ed è infine quello che facciamo quando smettiamo di voler bene a un’altra persona per iniziare ad amarla.

Il concetto di servizio è anche al centro del mio ebook gratuito su come costruire un progetto personale, Idea, Sogna, Crea.

In pratica
Mettere in pratica questi principi non è facile né immediato, ed è per questo che mi sono costruito una “palestra” come quella della Sfida di vivere intenzionalmente. Non è mio interesse diventare un monaco Zen, ma quello che faccio ogni giorno è cercare di radicare questi concetti nella mia vita, perché ognuno di essi è in grado di aiutarmi a discernere fra ciò che dà senso al tempo che passa e ciò che lo sciupa solamente.


Meditate gente, meditate- Io ad esempio medito quando da solo gioco in casa a pool, biliardo :P

silviogulizia.com/13-principi-zen-senza-lo-zen/

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E bello morire per ciò in cui si crede:
Chi ha paura muore ogni giorno,
chi non ha paura muore una volta sola.
Paolo Borsellino
Ultima Modifica 1 Anno 3 Mesi fa da Liuc33.

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