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Importante Betacarotene ed aumento dei tumori

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12 Anni 2 Mesi fa - 12 Anni 2 Mesi fa #1482 da Leiji999
Risposta da Leiji999 al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori
Cancro al pancreas, la vitamina A lo rallenterebbe

La vitamina A rallenterebbe il cancro al pancreas, aumentando l’aspettativa di vita. La speranza arriva da una ricerca del Barts Cancer Institute e del London NHS Trust, in collaborazione con l’Università di Cambridge e l’Istituto Hubrecht, diretta dal dottor Hemant Kocher e pubblicata su “Gastroenterology”.
Il team di ricercatori, ha ripreso uno studio condotto nel 1889, con lo scopo di mettere in evidenza come gli alimenti ricchi di vitamina A, in modo particolare di betacarotene, siano in grado di contrastare la crescita del cancro al pancreas. La vitamina A, infatti, si presenta in natura sotto forma di betacarotene, che si trova nella frutta di colore arancione, come carote, zucche, melone, papaia e nella verdura a foglia scura, come gli spinaci, e sotto forma di retinolo, che si trova nei cibi animali, latte, formaggio, burro, uova e formaggi.
Secondo gli esperti, che hanno approfondito lo studio con una lunga indagine durata ben 4 anni, il tumore al pancreas rientra nelle malattie con il più basso tasso di sopravvivenza, anche in caso di intervento chirurgico. Inoltre, la gran parte delle persone che ne vengono colpite, non riescono a superare l’anno di vita. Ecco perché, secondo il team di studiosi, è importante tentare nuove strade. Il betacarotene, infatti, sarebbe in grado di insediarsi nelle cellule sane adiacenti a quelle infette dal cancro, riducendo in questo modo l’espansione della neoplasia, e nello stesso tempo aumentando le chance di sopravvivenza dei malati.

Come spiega il dottor Kocher:
I risultati di questo studio, dovrebbero contribuire ad aumentare la soglia della sopravvivenza e trovare nuove cure e terapie per combattere il cancro al pancreas, che ogni anno colpisce quasi 7.500 pazienti, solo in Gran Bretagna.

Gli scienziati, inoltre, fanno notare come la vitamina A sia spesso carente nei pazienti affetti di tumore al pancreas, quando potrebbe svolgere un’importante funzione di protezione contro la proliferazione della malattia anche agli altri organi.


www.medicinalive.com/medicina-alternativ...pancreas-vitamina-a/
Ultima Modifica 12 Anni 2 Mesi fa da Leiji999.
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12 Anni 2 Mesi fa - 12 Anni 2 Mesi fa #1531 da Scorbutico
Risposta da Scorbutico al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori

Leiji999 ha scritto: Cancro al pancreas, la vitamina A lo rallenterebbe

La vitamina A rallenterebbe il cancro al pancreas, aumentando l’aspettativa di vita. La speranza arriva da una ricerca del Barts Cancer Institute e del London NHS Trust, in collaborazione con l’Università di Cambridge e l’Istituto Hubrecht, diretta dal dottor Hemant Kocher e pubblicata su “Gastroenterology”.
Il team di ricercatori, ha ripreso uno studio condotto nel 1889, con lo scopo di mettere in evidenza come gli alimenti ricchi di vitamina A, in modo particolare di betacarotene, siano in grado di contrastare la crescita del cancro al pancreas. La vitamina A, infatti, si presenta in natura sotto forma di betacarotene, che si trova nella frutta di colore arancione, come carote, zucche, melone, papaia e nella verdura a foglia scura, come gli spinaci, e sotto forma di retinolo, che si trova nei cibi animali, latte, formaggio, burro, uova e formaggi.
Secondo gli esperti, che hanno approfondito lo studio con una lunga indagine durata ben 4 anni, il tumore al pancreas rientra nelle malattie con il più basso tasso di sopravvivenza, anche in caso di intervento chirurgico. Inoltre, la gran parte delle persone che ne vengono colpite, non riescono a superare l’anno di vita. Ecco perché, secondo il team di studiosi, è importante tentare nuove strade. Il betacarotene, infatti, sarebbe in grado di insediarsi nelle cellule sane adiacenti a quelle infette dal cancro, riducendo in questo modo l’espansione della neoplasia, e nello stesso tempo aumentando le chance di sopravvivenza dei malati.

Come spiega il dottor Kocher:
I risultati di questo studio, dovrebbero contribuire ad aumentare la soglia della sopravvivenza e trovare nuove cure e terapie per combattere il cancro al pancreas, che ogni anno colpisce quasi 7.500 pazienti, solo in Gran Bretagna.

Gli scienziati, inoltre, fanno notare come la vitamina A sia spesso carente nei pazienti affetti di tumore al pancreas, quando potrebbe svolgere un’importante funzione di protezione contro la proliferazione della malattia anche agli altri organi.


www.medicinalive.com/medicina-alternativ...pancreas-vitamina-a/

bella la letteratura senza alcuna attinenza con dati scientifici sistematicamente e statisticamente rilevanti, sul crinale estremo di uno sciamanesimo autoreferenziale, un copiaincolla dis-intellettuale a questo punto faccio lo stesso e copio incollo ciò che ci dice dell'isotretinoina wiki che è, of course un derivato retinoide già presente nel corpo umano trattasi dunque di sostanza ortomolecolare, al pari di betacarotene, vitamina A, carotenoidi, retinoidi etc etc.


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Isotretinoina

Nome IUPAC
acido tetraenoico-(2Z,4E,6E,8E)-3,7-dimetil-9-(2,6,6-trimetil-1-
ciclohexenil)nona-2,4,6,8 (acido 13-cis retinoico)
Identificatori
Numero CAS 4759-48-2
Codice ATC D10AD04
PubChem 5282379
DrugBank APRD00140
Caratteristiche generali
Formula C20 H28 O2
MM 300.44 g/mol
Dati farmacologici
Categoria farmacoterapeutica
Teratogenicità X, controindicato
Modalità di
somministrazione Orale
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità Variabile
Legame proteico 99,9%
Metabolismo Epatico
Emivita 10-20 ore
Escrezione Renale e Fecale


L'isotretinoina è un farmaco utilizzato per il trattamento dell'acne, per via topica nelle forme lievi-moderate, per via orale nelle forme più gravi. È un retinoide, cioè un derivato della vitamina A, che si trova già naturalmente in piccole quantità nel corpo. I farmaci più comuni contenenti questa sostanza sono Aisoskin (Fidia Farmaceutici), Roaccutan (La Roche).Indice [nascondi]
1 Funzionamento
2 Uso e precauzioni
3 Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa
4 Bibliografia

Funzionamento [modifica]

L'isotretinoina riduce la produzione di sebo, con conseguente inaridimento delle ghiandole sebacee, stabilizza la cheratinizzazione e previene la formazione dei punti neri. L'esatto meccanismo di azione di questo farmaco è tuttora sconosciuto, tuttavia è noto che, come gli altri retinoidi, lavori sulla trascrizione del DNA, permettendo la riduzione di dimensione e della produzione delle ghiandole sebacee.
Uso e precauzioni [modifica]

L'uso di questa sostanza è consigliato per la cura dell'acne solamente in forme gravi di acne vulgaris resistente a precedenti terapie. Le dosi sono calcolate in base al peso corporeo del paziente. Non è adatto, per l'elevatissimo rischio teratogeno, a donne in stato di gravidanza ed è inoltre sconsigliato, a meno di particolari condizioni, anche alle donne ancora in grado di procreare. Gli effetti collaterali all'assunzione del farmaco sono quelli tipici da eccesso di vitamina A (ipervitaminosi A). Appare prudente, nel corso del trattamento, un controllo periodico dei valori ematici relativi agli enzimi epatici ed ai lipidi.
Comuni: iniziale leggero aumento di acne, secchezza della pelle, mucose e membrane, prurito, fragilità della pelle, fotosensitività, epistassi, irritazione e secchezza oculare, mal di testa, intolleranza alle lenti a contatto.
Infrequenti: forte aumento di acne, affaticamento, aumento del livello di glucosio nel sangue.
Rari: assenza di visione notturna, cataratta, neurite ottica, disturbi mestruali, pancreatite, epatite, problemi depressivi, attacchi di panico, pulsioni suicide.

In relazione ai disturbi depressivi va peraltro rilevato che, al più, è stata osservata una correlazione statistica fra l'assunzione del farmaco ed il disturbo. Non sussiste tutt'ora alcuna prova evidente che indichi un rapporto di causalità fra l'assunzione di Isotretinoina ed il disturbo depressivo. La correlazione statistica può semplicemente spiegarsi con la frequenza di disturbi depressivi fra i soggetti affetti da acne, affezione con notevoli correlati psicosomatici.
Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa [modifica]

Alcuni studi scientifici affermano che l'isotretinoina sia una causa probabile di Morbo di Crohn e Rettocolite ulcerosa in alcuni individui. Negli USA tre casi sono stati sottoposti all'attenzione di un tribunale. Tutti e tre sono esitati in sentenze di condanna al risarcimento danni dell'ordine di diversi milioni di dollari, avverso i produttori di Isotretinoina; ci sono ulteriori 425 casi pendenti ad oggi.[1] [2] [3] [4] [5]



"Non fa scienza sanza lo ritenere, avere inteso."
Dante Aligheri


p.s.
la combustione della sigaretta, la nicotina, e l'alcol non c'entrano una sega con gli effetti collaterali da intossicazione di retinoidi se non come concausa peggiorativa di un processo autonomo.
Ultima Modifica 12 Anni 2 Mesi fa da Scorbutico.

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12 Anni 2 Mesi fa - 12 Anni 2 Mesi fa #1535 da Gabriele
Risposta da Gabriele al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori

Salvio ha scritto: Perchè non si vuol capire che non basta una vitamina per bloccare i danni infiammatori, la natura o l'accetti in blocco o e meglio che non erchi di compensare le mancanze.

Troppi antiossidanti si comportano da pro-ossidanti stessa cosa per i caroteni.


Questa è una leggenda metropolitana non supportata da nessuna ricerca scientifica.

La storia che la vitamina C, la vitamina E, sono pro ossidanti ad alte dosi è vecchia.

Alte dosi di vitamina C, si è visto che innalzano la capacità del S.I. di produrre acqua ossigenata e ossido d'azoto (due ossidanti) che vengono usati dall'organismo per conbattere tumori e germi.

Nella loro forma ridotta, i metalli cata­litici facilitano notevolmente la formazione di radicali liberi e l'aumento delle stress ossidativo nella forma di radicali superossido, radicali idrossile e perossi­do di idrogeno [Miller et al., 1990]. Di conseguenza, l'effetto netto è che la vita­mina C, in presenza della giusta concentrazione degli ioni del rame e/o del fer­ro, può provocare un'attività pro-ossidante anche se l'effetto diretto e immediato esercitato da essa era antiossidante.

In genere, in un simile ambiente di metalli catalitici, le concentrazioni basse di C favoriscono gli effetti proossi­danti, mentre concentrazioni più elevate favoriscono gli effetti antiossidanti. I ricercatori inoltre hanno osservato che praticamente tutti i sistemi sperimentali in cui la C facilita l'attività pro-ossidante hanno anche catalizzatori metallici, di solito nella forma di ioni del ferro (Fe3+) o del rame (Cu2+).

La transizione da attività pro-ossidante ad attività antiossidante è stata da loro definita: effette "scambio". Inoltre hanno sottolineato che questo punto di scambio variava se­condo molte altre ricerche [Will, 1966; Wills, 1969; Wills, 1969a; Girotti et al.. 1985; Girotti et al., 1985a; Rees e Slater, 1987; Burkitt e Gilbert, 1990; Un e Girotti, 1993; Wagner et al., 1993; Buettner et al., 1993; Wagner et al., 1994].

Tuttavia, la risultanza più costante era che laddove le concentrazioni di metalli catalitici erano relativamente basse, le proprietà antiossidanti predominavano. Per contro, le concentrazioni di metalli catalitici relativamente più elevate pro­muovevano gli effetti proossidanti. Questa affermazione si accorda anche con il fatto clinico osservato che molti pazienti hanno assunto dosi molto elevate di vitamina C senza mai mostrare alcun effetto pro-ossidante. In genere, è soltanto nelle dosi quotidiane, varianti fra la piccola integrazione alimentare suggerita di 60 mg per l'adulto fino al massimo di circa 2.000 mg, che la vitamina C può esercitare un effetto pro-ossidante.

Inoltre, ciò comunque richiederebbe una si­tuazione clinica insolita, in cui l'individuo così alimentato avesse livelli circo­lanti o tessutali di uno o più metalli catalitici. In pratica, se una dose bassa di C fa comunque sentire male, una dose più grande sarà quasi sempre la soluzione per sentirsi meglio, quando non siano presenti quantità eccessive di metalli ca­talitici.

La semplice ragione di questo suggerimento è che una grande quantità di vitamina C «eccedente» è la singola terapia immediata migliore sia per tam­ponare i radicali liberi appena prodotti che per annullare i danni da essi provo­cati sui tessuti circostanti.

Anche se concentrazioni localizzate di metalli catali­tici continuano a produrre radicali liberi, la vitamina C extra li neutralizzerà sempre immediatamente o neutralizzerà il danno da loro arrecato prima che si cronicizzi.

Non dovete preoccuparvi in modo eccessivo dei metalli catalitici e della loro ossidazione, in quanto il corpo umano tramite il glutatione e altri agenti anti ossidanti sia esogeni che endogeni riesce a fermare le ossidazioni,fa parte di un processo assolutamente naturale.

Lo stessi acido ascorbico si ossida e forma il deidroascorbico.

La respirazione cellulare, per esempio, è l'ossidazione del glucosio (C6H12O6) a CO2 con la conseguente riduzione di ossigeno ad acqua.

L'equazione della respirazione cellulare è:

C6H12O6 + 6 O2 --> 6 CO2 + 6 H2O


Tutti gli organismi sfruttano il potere riducente che si esplica in certe reazioni biochimiche reversibili di sostanze come la nicotinammide adenindinucleotide (NAD), le flavine e i citocromi, che possono esistere sia in forma ossidata che in forma ridotta. Partecipando alla catena di trasporto degli elettroni, la forma ridotta si rigenera continuamente dalla forma ossidata.

Il processo di respirazione delle cellule inoltre dipende pesante dalla riduzione di NAD+ al NADH ed alla reazione d'inversione (l'ossidazione del NADH a NAD+).

Il ferro può esistere negli stati di ossidazione +2 e +3, ma solo lo stato di ossidazione minore è in grado di legare l'ossigeno.

Quando il ferro si trova nello stato di ossidazione +3 non è più in grado di legare l'ossigeno e l'emoglobina prende il nome di metaemoglobina.

Il ferro in stato di ossidazione +3 è reversibile secondo la seguente via metabolica:

Glucosio-6 fosfato a 6-fosfogluconolattone in due passaggi catalizzati dall'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi liberando 2 molecole di NADPH.
Il NADPH (ridotto) riduce il glutatione ossidato a glutatione ridotto.

Il glutatione ridotto tra le sue varie funzioni riporta il ferro ad uno stato ridotto (il Fe2+), ovvero la metaemoglobina in emoglobina.

Il primo passaggio della seguenza metabolica nei favici è fortemente diminuito in efficacia essendo più soggetti all'emolisi causata dall'entrata in circolo di agenti ossidanti.

E' fondamentale quindi avere dei livelli di glutatione e selenio ottimali per evitare ogni possibile catalasi.

Saluti
Ultima Modifica 12 Anni 2 Mesi fa da Gabriele.

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12 Anni 2 Mesi fa #3964 da BienÊtre
Risposta da BienÊtre al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori
Mio cugino (forte fumatore) mi ha chiesto che integratori prendere, visto che con il fumo non riesce a smettere. Cosa posso indicare? Lui non è Vegano ,mangia un pò di tutto, ma poca carne. Io che gli avevo consigliato più frutta e verdura, e lui con le carote ne va pazzo.. :unsure:

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12 Anni 2 Mesi fa #3970 da Tibetana
Risposta da Tibetana al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori
Stavo per rportare in alto questo 3d anch'io...
2 domande:

- la supposta pericolosità del betacarotene nei fumatori è retroattiva? Ossia, se smetto di fumare oggi, le sostanze nocive introdotte in anni di fumo continuano ad essere pericolose in assocazione al betacarotene?

- è necessaria qualche disintossicazione per ripulire il corpo dai veleni introdotti con il fumo? Mi riferisco in particolare ai metalli pesanti...è esagerata una terapia chelante come per le otturazioni in amalgama?

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12 Anni 2 Mesi fa - 12 Anni 2 Mesi fa #4007 da Alernd
Risposta da Alernd al topic Re: Betacarotene ed aumento dei tumori
Quando vennero pubblicati questi due studi ebbi modo di seguirli con interesse, non perché io sia un fumatore o ex fumatore (anzi me ne guardo bene dall'esserlo!), quanto per il grande clamore che suscitarono.

Mi preme quindi fare le seguenti precisazioni:
  • Gli autori degli studi hanno concluso che la pericolosità del betacarotene in soggetti fumatori è stata riscontrata solo in dosaggi elevati, nell'ordine dei 20/30mg.
  • Gli studi hanno impiegato betacarotene sintetico.
Sulla base di questi elementi credo si possa quindi ragionevolmente ipotizzare che un soggetto ex fumatore/fumatore non corra alcun rischio dall'integrazione col betacarotene a patto che:

- stia sotto ai 20mg (Pauling ne consigliava 15mg/25000Ui, quindi siamo perfettamente nel range ortomolecolare)
- tenda, se possibile a privilegiare la forma naturale di betacarotene (es. estratta dall'alga dunaliella salina o quella contenuta nell'alimentazione) La vendono anche da solgar.ie ad esempio www.solgar.ie/details/169/antioxidants/o...ene-softgels-7mg-180

Tutti i soggetti non fumatori possono invece ignorare tranquillamente queste raccomandazioni e fare "incetta" di betacarotene (sintetico o naturale), vista l'importanza di questa sostanza per il nostro organismo e la non tossicità anche a dosaggi molto elevati. Il corpo converte infatti betacarotene in vit.a solo all'occorrenza.

ciao
Alernd
Ultima Modifica 12 Anni 2 Mesi fa da Alernd.
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