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Domanda Sulla candida

  • Raffaele/Michelangelo
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9 Anni 11 Mesi fa - 9 Anni 11 Mesi fa #27055 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Sulla candida
Quinto post

La percentuale delle femmine che si calcola sia stata, almeno una volta nella propria vita, colpita da candidosi, è, pensate, signore del gentil sesso, del 75%, una percentuale di gran lunga molto più elevata di quella relativa ai maschi, probabilmente per via dello impiego degli anticoncezionali e per una questione ormonale.

Nello apparato enterico, la candida secerne circa 80 difformi tossine, alcune delle quali con un discreto livello di tossicità e ha dei recettori di membrana che fissano il progesterone (ormone femminile), producendone un declassamento a tutto vantaggio di una promozione di estrone o follicolina (così definita perché estrapolata originariamente dal liquido del follicolo ovarico).

Ora, i recettori antigenici della candida riescono a “interpretare” (simulare), con un meccanismo analogo a quanto espresso nel precedente post relativamente ai neurotrasmettitori, la conformazione degli ormoni sessuali ossia “un'antigenicità crociata” mentre la candida sollecita i meccanismi autoimmuni, cagionando la costituzione di auto-anticorpi contrari sia agli ormoni sia alle ovaie, che sfocia nel conseguente squilibrio ormonale femminile e delle prostaglandine (complesso di acidi grassi a venti atomi di carbonio), fondamentali mediatori in grado di contrastare le flogosi (stati infiammatori).

State inoltre ben attente signore del gentil sesso a non farvi “massacrare” con cospicue cure farmacologiche per malesseri ginecologici, dato che sovente si tratta di un problema riconducibile alla candida non identificata, da sanare comodamente con una cura antimicotica Ortomolecolare e una corretta alimentazione.

La esposizione della donna a un rischio di gran lunga più elevato dell'uomo a contrarre infezioni da lieviti o di tipo micotico risiede nella stessa struttura anatomica femminile: il perineo anteriore o urogenitale è infatti molto attiguo al perineo posteriore o anale e anche l'ultimo segmento delle vie urinarie, quello che congiunge il collo della vescica urinaria con l'esterno, è un canale nelle femmine di modeste dimensioni (lunghezza di qualche centimetro, mediamente 4 cm).

Le femmine che, purtroppo, hanno subito la resezione operatoria delle ovaie e dell'utero sono la testimonianza vivente della possibilità di contrarre le infezioni sopra dette con un'incidenza, per fortuna, molto minore.

Ma anche i maschi, coi tempi che corrono, “stiano in campana”, perché si sta alzando, e di molto, il pericolo di contrarre questo tipo di infezione.

L'insediamento del micete in qualsiasi distretto dello apparato digerente arreca gli identici malanni (allergie, calo delle funzioni digestive, compulsioni dietetiche, eccesso di peso corporeo e incapacità di dimagrire, flogosi del tubo digerente, intolleranze dietetiche, meteorismo o flatulenza, rigonfiamento e dolore ventrale, sottopeso corporeo, tendenza a trattenere liquidi nel corpo, soprattutto le donne) sia nei maschi sia nelle femmine.

Vorrei inserire a questo punto alcune riflessioni anche sulla sindrome premestruale (PMS) votando così questo post quasi esclusivamente al femminile.

Come le donne ben sanno, con la sigla PMS si connotano tutti quei disturbi psico (cambiamenti di umore, irascibilità, stato ansioso e depressivo)- fisici (addominalgia, indolenzimenti di vario tipo, lombalgie, mal di testa, per lo più emicrania, mastodinia e mastalgia) che accadono o si intensificano nei sette giorni o alcuni giorni avanti il sopraggiungere del ciclo.

Disturbi che vanno via via smorzandosi con lo inizio della mestruazione.

Bene tra le diverse teorie che si sono formulate, (declassamento dell'ormone progesterone*, deficit di sostanze nutrizionali quali magnesio, vit.B6 da Piridossàl-5-Fosfato, vit. E, zinco), ve n'è una che fa perno sulla sovrabbondanza di prostaglandine, sull'allergia al progesterone e sui malanni neuroendocrini declassanti il S.I., collegati per lo appunto alla candida.

Infatti, ogni malessere di tipo ormonale è in grado di attivare una carica intensa di prurito nel livello vaginale, particolarmente in questo delicato “frangente ormonale” del ciclo.

Aggiungo poi che gli anticoncezionali per os. incrementino discretamente il glucosio vaginale (almeno di un 30%) e tutti sappiamo quanto i lieviti e i miceti siano “ghiotti” di zuccheri.

Non solo: in certe situazioni specifiche, quali la gestazione (pH 3,8-4,2), il periodo premestruale (pH 3,8-4,2), l'uso di farmaci antinfiammatori steroidei, può modificarsi il pH vaginale (pH 4,5, adolescenza/età fertile, in grado di promuovere lo sviluppo dei lattobacilli di Doderlein e quindi di proteggere la donna da eventuali infezioni sia vaginali sia vulvovaginali) e il declassamento del pH vaginale incentiva la proliferazione dei miceti.

In altre parole, sto incoraggiando coloro che soffrono di sindrome premestruale a seguire un piano (alimentazione con pochi carboidrati, niente zucchero aggiunto, diversamente da quello della frutta, niente contraccettivi, niente cortisonici, niente bevande alcoliche, niente fumo, niente muffe ambientali + assumere Artemisia annua) per risanare il corpo da un'eventuale candidosi, per verificare un netto, tangibile giovamento**.

Ovviamente, per precorrere i tempi di risanamento, serve il test citotossico delle intolleranze alimentari, in modo da approntare una precisa dieta, unitamente a una integrazione Ortomolecolare, comprensiva di vitamine, minerali, aminoacidi e altri nutrienti, quali, per es., l’olio di semi di lino (particolarmente pieno di acidi grassi esterificati) e l’olio di enotera (in grado di ridurre i dolori da PMS) che permettono uno straordinario risanamento di tutto quel complesso di disturbi che vanno dallo affaticamento, alla irascibilità, al mal di testa, particolarmente l’emicrania, ai dolori localizzati a livello genitale, alle recidivanti infiammazioni della vagina, allo stato ansioso e depressivo, alla infecondità, alla riduzione della corposità del seno, al decadimento della libido, alla dispaureunia.

Un siffatto trattamento avrà poi ripercussioni positive non solo nel senso esposto (ormoni/organi genitali) ma, data la interazione tra i vari organi/apparati/sistemi, anche su tutto l’organismo con esiti favorevoli circa il risanamento di eventuali stati infiammatori sia articolari sia delle relative borse sierose, della mucosa nasale, delle pareti bronchiali.

Occhio dunque ai lieviti, se non tenuti sotto controllo, essi porteranno (particolarmente le donne) a entrare in un ginepraio (ostetrici, medici specialisti con vasta cultura medica (!?), specialisti delle malattie del sistema nervoso, specialisti dello apparato genito-urinario, specialisti del trattamento delle patologie dell’orecchio, del naso, della gola ... ) e a iniziare un calvario che indebolirà ancor più il già deprecato S.I., sottraendoci anche tempo e denaro, per poi magari, in ultima analisi, sentirsi rifilare quel classico, laconico “lei, bisogna che si abitui a convivere con i suoi disturbi” che è sempre meglio comunque, aggiungo io, che passare per depresso e ricorrere ai farmaci assegnati in tal senso.

E questo sarebbe come “finire dalla padella nella brace”!!!


Nota

* Nei sette giorni antecedenti il ciclo, alcuni medici sono soliti propinare progesterone per via endo-vaginale.

** Va da sé, che in assenza di candida, serva solo un trattamento Ortomolecolare di circa un semestre.

Raffaele
Ultima Modifica 9 Anni 11 Mesi fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : sampei

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9 Anni 11 Mesi fa #27058 da elena
Risposta da elena al topic Sulla candida
Il progesterone é importantissimo ma va assunto solo quello naturale, privo di sostanze chimiche tossiche e solo dopo attenta valutazione diagnostica (analisi sangue). Non mi pare però il caso di demonizzarlo. La candida é un rischio che nn va sottovalutato, naturalmente, ma nn sempre é il problema dal quale deriva una PMS. Tanto per essere precisi.

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9 Anni 11 Mesi fa #27065 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Sulla candida
Il progesterone ha formula molecolare C21H30O2, a purezza farmaceutica andrà benissimo: dobbiamo evitare le molecole non riconosciute dal nostro patrimonio genetico.

Occorre evitare molecole sintetiche che sembrano avere lo stesso effetto di quelle naturali ma che sono molecole che non esistono in natura, non previste dal nostro “progetto genetico”, per cui assolutamente da escludere.

** Va da sé, che in assenza di candida, serva solo un trattamento Ortomolecolare di circa un semestre, ovviamente per la PMS.

Raffaele

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9 Anni 11 Mesi fa - 9 Anni 11 Mesi fa #27083 da Raffaele/Michelangelo
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Sesto post

Anche i maschi non sono immuni dalle infezioni da candida e il tempo presente registra un deciso rialzo della percentuale a loro riferibile, specialmente nei soggetti con:

- allergie dietetiche e a sostanze chimiche volatili che possono essere inspirate;

- calo del desiderio sessuale;

- condizione di esaurimento per stato ansioso e depressivo, spossatezza fisica o altri disturbi del S.N.;

- coniuge e prole con malattie riconducibili a infezioni da lieviti o micotiche;

- disturbi dello apparato digerente (inclusi addominalgia, stipsi, dissenteria);

- forte propensione allo uso di alimenti quali alcolici e superalcolici in generale, birra, dolci, pane, pizza;

- infezioni fungine alle dita delle mani e dei piedi (paronichie con processo infettivo, che può talvolta infiltrarsi allo interno del dito, originando un’area caratterizzata da formazione di pus con possibile necrosi tendinea);

- prurito molto intenso a localizzazione anale e perianale;

- stati di malessere generale per via del tempo carico di umidità o per contatto con agenti chimici, fumo compreso;

- storie di antibiotici per il trattamento dell’acne (benedetto ipoclorito!-se la sapessero tutta), delle infezioni della ghiandola prostatica, dei seni paranasali o altro;

- tinea pedis.

Raffaele
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9 Anni 11 Mesi fa - 9 Anni 11 Mesi fa #27097 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Sulla candida
Settimo post

A questo punto della trattazione, sono necessarie alcune già esposte ma doverose considerazioni sull’acqua, la quale gioca un ruolo primario per il mantenimento del nostro ideale stato di salute.


Col trascorrere del tempo, il nostro organismo, costituito per quasi il 90% di acqua, declassa, pensate!-fino al 60%.

Al nostro interno, la funzione dell’acqua è duplice: veicolare e fare da solvente.

Senza cibo potremmo campare per settimane, ma senz’acqua molto meno, appena qualche giorno.

Scriveva, giustamente, Pasteur “Noi beviamo il 90% delle nostre malattie”.

Il professor Louis-Claude Vincent, affermato studioso al servizio del governo francese, persona autorevole nel campo della Bioelettronica e membro ad honorem dell’A.I.M.O. (Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare), specializzato nello studio delle caratteristiche e del comportamento delle acque, poté comparare e dimostrare chiaramente, attraverso uno studio approfondito da campionamento statistico, la correlazione tra la qualità dell’acqua potabile di una popolazione e le patologie e la mortalità della stessa, sia in Europa sia negli Stati Uniti: per es., in un’anonima località francese, la mortalità fu del 50% in meno nei confronti della restante parte nazionale, mentre a Roubaix (cittadina del nord della Francia, al confine col Belgio) la mortalità risultò 2,5 volte di più.

La conclusione fu che “Più pura è l’acqua potabile, minore è il tasso di mortalità”.

Nei luoghi a elevato indice di mortalità, l’acqua è trattata, clorata e piena di sostanze chimiche inquinanti, provenienti dall’agricoltura e dalle industrie.

I concimi, usati in agricoltura, che ammorbano l’acqua col rilascio di nitriti, costituiscono uno dei primari motivi per cui c’è un’alta percentuale di cancri allo intestino, nelle persone mature.

I Nitrati, che nel corpo hanno la propensione a convertirsi in nitriti, dovrebbero stare al di sotto dei 50 mg/l, al fine di non accrescere il pericolo di buscarsi un cancro, mentre si consente (vergognoso!) un indice legale di questa sostanza molto tossica, deleteria, che costituisce un serio rischio, soprattutto, per i piccoli, di 75 mg/l.

Sottolineo, inoltre, che tanto il fluoruro quanto l’alluminio apportano innumerevoli, gravi patologie, quali, per es., il Morbo di Alzheimer, ossia la demenza senile.

Anche la clorazione delle acque potabili pare responsabile, per come si evince da certe conclusioni di studiosi americani, delle manie violente, assassine, sterminatrici dei “serial killers”.

Oltre ai cancri, anche le trasformazioni genetiche e le patologie vascolari sono da collegarsi alla qualità dell’acqua che beviamo.

Faccio notare che le acque molto oligominerali, incontaminate, pure, naturali di sorgente, e che scaturiscono da basse profondità ci tutelano nei confronti sia del cancro sia delle trombosi.

Affermava Louis-Claude Vincent::-

“Cancro, tubercolosi, poliomielite e tutte le malattie provengono dall’acqua”.

Vi invito, poi, a non trascurare un aspetto importantissimo della Biologia cellulare: nel mondo vegetale, i minerali estratti dalle acque e dalla terra sono assorbibili sia dalle alghe sia dalle piante, che danno loro una nuova conformazione, ossia il potere rotatorio.

Le cellule animali, quindi, anche le nostre, assorbono esclusivamente i sali minerali a potere rotatorio, già assorbiti dai vegetali che si alimentano di sostanze organiche.

I minerali inorganici del terreno e delle acque non sono assimilabili dalle cellule umane, perché solo i sali minerali che fanno ruotare la luce polarizzata, attraverso la membrana cellulare, sono usati dall’organismo; diversamente, tutti gli altri, restando allo esterno delle membrane citoplasmatiche cellulari, riducono l’assorbenza della membrana e, accrescendo la pressione osmotica, le sottraggono un essenziale quantitativo di acqua.

La ripercussione di ciò è una debilitazione cellulare, con tanto di disfunzione della medesima (stiano attenti i signori medici a non disattendere questo assunto della chimica organica, affrontato e acquisito nel corso dei loro studi universitari e, a quanto pare, misconosciuto dato che perseverano nello assegnare ai propri mutuati con problemi di formazione di calcoli alle vie urinarie e biliari delle acque minerali super-mineralizzate, solo perché ultra-reclamizzate per televisione ma in netto contrasto con la patologia da risanare: vergogna!!!).

I minerali, ribadisco, che il corpo umano può metabolizzare sono quelli già organicati dalle piante.

Ecco, che per garantirci i sali minerali abbisogniamo non di acqua, ma di una sana dieta ricca di verdura, di frutta, di cereali integrali, di alghe, etc...

Addirittura, i sali minerali inorganici dell'acqua, dato che non assorbibili dalle nostre cellule, creano un sovraccarico di elettroliti nel sangue, che la filtrazione renale deve assolutamente espellere, fatto questo che, col trascorrere degli anni, altera la funzionalità escretoria delle cellule renali urinarie: il sangue non viene purificato completamente, il filtraggio incompleto dei minerali nei reni determina la precipitazione di queste sostanze nel sangue e nei tessuti, causando quindi ulteriori depositi di minerali.

Si formano, così, calcificazioni allo interno dell'organismo dovute a depositi di minerali sulla colesterina e sulle pareti irregolari dei vasi e anche nei vasi sanguigni del cuore e del cervello (placche arteriosclerotiche) si ha la comparsa di "calcificazioni", così, come un probabile invecchiamento precoce.

Di contro, i sali minerali delle acque, sia da bere sia di cottura, sono sprovvisti di potere rotatorio, per cui si genera un sovraccarico elettrolitico del sangue.

L’acqua, per così dire, ideale sgorga dalla profondità, non dalla superficie terrestre e ci garantisce:

-un pH leggermente acido, tra 6 e 6,8;
-un grado rh di 25-28;
-un p (rho) quanto più elevato possibile, ossia > 6000 ohm.

Anche senza analisi di laboratorio, in quest’acqua, i batteri patogeni non possono proliferare.

Un’acqua siffatta, assunta quotidianamente, contribuisce in modo saliente a non far insediare nell’organismo ogni tipo di patogeno, dunque di malattia, dal diabete allo infarto, allo ictus, al cancro, alla candida, …

Il fatto è che quasi tutte le acque minerali in bottiglia sono troppo ricche di sali minerali, come, del resto, le acque delle città hanno un indice “rho” troppo scarso.

Attenzione:-

“Quanto minore è l’indice energetico dell’acqua, tanto migliore è l’acqua stessa”.

Per cui: un’acqua con un indice superiore a 30 µW non è bevibile.

La filtrazione serve a togliere il disgustoso sapore e la durezza dell’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa nostra e, per quanto attiene il gusto, certamente, esso verrà reso più gradevole.

Ma niente di più: vi sono esiti certi che denotano quanto la filtrazione sia biologicamente inutile e senza validità.

Un’acqua potabile “buona” non deve avere residui di nitriti, mentre i nitrati, provenienti dai concimi utilizzati in agricoltura, vuoi per usura della rete fognaria, vuoi per il putridume degli allevamenti di animali, sono, frequentemente, al di sopra dei valori legali.

L’indice dei nitrati nelle acque potabili non deve superare, lo ribadisco, i 50 mg/l o pmm (parti per milione).

Essi, una volta allo interno del nostro corpo, mutano in nitriti, ossia da NO3 a NO2, molto deleteri, in quanto, con le ammine, generano le nitroso-ammine, particolarmente neoplastiche.

I nitrati, quando percolano nel terreno, sono, solo parzialmente, assimilati dai vegetali, attraverso le radici; per lo più, essi pervengono alle falde acquifere, da cui gli acquedotti attingono l’acqua.

Mai, per alcun motivo, dobbiamo adoperare acqua dei rubinetti!!-ricordatevi sempre dell’affermazione di Pasteur “Noi beviamo il 90% delle nostre malattie” o di quella di Louis-Claude Vincent “Cancro, tubercolosi, poliomielite e tutte le malattie provengono dall’acqua”.

La nostra necessità di assumere minerali non può essere soddisfatta dal regno minerale, ma da quello vegetale, che li ha organicati.

L’acqua di più alto valore, a livello europeo, secondo gli esiti comunicati dalla O.M.S. parigina, pare essere la Mont Rocus:

pH: 6,12;
rH: 26,3;
rho a 20°: 43, 500;
µW: 4,09.

Mentre, in Italia, la migliore acqua pare essere la Plose:

pH: 6,30;
rH: 27,75;
rho: 24,700;
µW: 7,35.

Aggiungo che le acque superficiali italiane non sono, quasi dappertutto, da bere.

Inoltre, la propensione ad acquistare acque in bottiglia di plastica o applicare depuratori ai rubinetti di casa è pessima e, spesso, inutile.

Esse sono acque inquinate da una marea di veleni provenienti dalle industrie, dall’agricoltura, dalle discariche dei rifiuti non idrorepellenti, o ammorbate dai diluenti clorurati, dagli idrocarburi o dai metalli (rame, cromo, cadmio, zinco), riversati, illecitamente, da persone incoscienti in luoghi abusivi e nei corsi di acqua.

Le acque piovane, denominate “acide”, rendono, sì, l’aria salubre, ma immettono nel terreno anidride carbonica, acido solforico, acido nitrico.

Difatti, nelle acque italiane, si possono rilevare dei pesticidi (molinate, atrazina), piuttosto cancerogeni, e dei metalli (mercurio, cadmio, piombo), dei quali chi ha o ha tolto amalgami dentali conosce, purtroppo, le nefaste conseguenze, per via ch'essi debilitano tantissimo il S.I. (Sistema Immunitario).

Le bottiglie di plastica sono poi in PVC (Cloruro di Polivinile) e liberano il radon (decadimento attivo dell’uranio), che si muta in sostanze neoplastiche, dopo che l’acqua non gassata permane per qualche mese nel contenitore.

Inoltre, a sei mesi o oltre dallo imbottigliamento, si sprigiona il cloruro di vinile monomero, che porta l’angiosarcoma al fegato, che non lascia speranze.

-Gli acquedotti usano l’ipoclorito che, se da un lato è efficace per la sterilizzazione, dallo altro genera, con gli acidi fulvici e umici dello stomaco, i pericolosissimi THM (Trialometani).

-Il trattamento col biossido di cloro rilascia tracce di sostanze tossiche (cloriti e clorati), mentre quello con le cloroammine è cancerogeno.

-La ozonizzazione, invece, toglie, sì, residui e odori sgradevoli, ma non annienta le spore.

-Le radiazioni ultraviolette non tolgono le sostanze in sospensione e non igienizzano l’acqua.

-La sterilizzazione coi raggi gamma potrebbe funzionare, ma è difficile e costosa.

-L’osmosi inversa sterilizza, ma è biologicamente inutile, specie sul pH.

-La cella elettrolitica, infine, è costosissima, ma avrebbe il vantaggio di disgiungere ed eliminare i materiali contenuti nell’acqua.

Ricordiamoci, tuttavia, che l'asportazione chimico-fisica di componenti infetti non disinquina l'acqua, perché le “memorie” negative di quelle sostanze ammorbate restano in ogni caso in essa.

Conclusioni.

-Qualsiasi filtro è appena necessario a rendere l’acqua potabile;

-la filtrazione, a osmosi inversa, toglie sali e sedimenti, ma non corregge le sostanze chimiche inorganiche (per es., il piombo);

- la filtrazione, a carbone attivo, serve solo per i materiali organici e inorganici, ma non modifica la concentrazione del calcio e del magnesio; arresta una grossa fetta di solventi organici e certi tipi di pesticidi, eliminando “cattivi” odori e sapori; presenta il rischio della moltiplicazione batterica nella cartuccia, che finisce inaspettatamente, senza alcuna segnalazione, liberando acqua ancor più ammorbata, infetta;

-gli addolcenti dell’acqua portano via la sovrabbondanza di calcio e di magnesio, ma immettono il sodio, ch'eleva i valori pressori e danneggia l’apparato cardiocircolatorio;

-migliori delle acque filtrate ci sono una quarantina di acque minerali che si trovano in commercio, ma ... occhio!- a non farsi fregare dal nome altisonante che, frequentemente, non è in sintonia col valore reale dell’acqua;

-dovremmo, anche per cucinare, adoperare acque naturali con un pH < 6,8 e un residuo fisso < 50 mg/l.

Beviamo, dunque, solo acqua pura, non gassata, in vetro.

Nota conclusiva

Le femmine, allo interno del proprio corpo, hanno un 10-15% di acqua in più rispetto ai maschi e questo le rende maggiormente resistenti allo stress.

Raffaele
Ultima Modifica 9 Anni 11 Mesi fa da Raffaele/Michelangelo.
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9 Anni 11 Mesi fa - 9 Anni 11 Mesi fa #27133 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Sulla candida
Settimo post bis (a integrazione del precedente, ritenendo utile il farlo)

Il residuo fisso è il miglior criterio per valutare quanto un'acqua sia pura.

L'acqua a 100 gradi centigradi evapora e lascia una patina bianca sul fondo del recipiente.

Bene: si gira il reostato e lo si porta a 180 gradi centigradi.

La patina bianca concreziona (solidifica): sono i minerali in essa disciolti, cristallizzati, il cosiddetto residuo fisso.

Da qui, sulla etichetta: residuo fisso a 180 gradi.

Conclusione: meno sali minerali sono disciolti nell'acqua, più essa è pura!!!

A questo punto mi pongo il problema:

- Ma i minerali, che appartengono per definizione alla chimica inorganica, non sono dunque biodisponibili per noi umani?

Se sostituissi il termine di minerali con metalli pesanti, sono certo che si avrebbe un plebiscito nel riconoscere che essi siano da escludere ma il vocabolo “sali” minerali suona evidentemente agli occhi del profano in maniera completamente diversa, tanto da generare clamorosi equivoci.

E allora, “comincian le dolenti note a farsi sentire”, non solo tra i profani ma anche tra gli “edotti-profani” o tra coloro che fanno finta di esserlo per interessi che possiamo facilmente intuire.

Eh, benedetta, ma dovrei meglio dire “maledetta”, apologia culturale!!!

Il fatto oggettivo, inconfutabile, è che i due termini siano sinonimi: minerali o metalli, con la o congiuntiva, come “somma o totale” e non disgiuntiva come “differenza o resto”.

Ma procediamo con ordine.

Al concetto di “minerale”, espresso con termine corrente, dobbiamo ascrivere tutti i costituenti inorganici, sprovvisti di carbonio organicato, generalmente compatti, quali sassi, rocce, ... che nessuno di noi, credo, si sognerebbe mai d’ingerire e digerire, anche se disciolti nelle acque da bere: non sono commestibili e solo un folle potrebbe trovare soddisfazione ad “avvelenarsi” con le proprie mani!

Altro punto poi da chiarire è quale funzione essi svolgano allo interno del corpo umano.

Essendo componenti di certe basilari biomolecole, i sali minerali, definiti essenziali, sono indispensabili non solo all’uomo ma a tutti gli organismi viventi, quali unità fondamentali di certi gruppi prostetici, l’emoglobina (gruppo "eme" ovvero la parte non proteica della emoglobina) e la clorofilla, quali porzioni enzimatiche preposte alla sintesi proteica o, se preferite, alla traduzione genica (procedura attraverso la quale la informazione insita nel DNA dei geni è trasformata in proteine, con mansioni di varia natura nel livello cellulare), quali componenti costitutivi (organici) essenziali per lo accrescimento di diversi tessuti e organi (scheletro, dentatura, …), quali modulatori del bilanciamento idrosalino cellulare.

Ora, i sali minerali, in quanto, solitamente, sostanze chimiche semplici o anioni di ossiacidi non sono sintetizzabili liberamente da alcun essere vivente, uomo incluso, ragion per cui essi vanno inseriti con la verdura, la frutta, i germogli, il nocciolame …

Nessun minerale è organico, l’uomo non può sintetizzare i minerali inorganici, i minerali contenuti nelle acque da bere sono inorganici, pertanto, non sintetizzabili dall’uomo: elementare Watson!

Del resto, noi umani e tutto il regno animale siamo organismi eterotrofi, diversamente dal regno vegetale (piante, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, alghe, parecchi batteri) ch’è autotrofo, ossia capace di sintetizzare sostanza organica muovendo da sostanze inorganiche (le piante partono, per es., dall’acqua, con disciolti i sali minerali inorganici, e dall’anidride carbonica dell’aria per ricavare la linfa elaborata ossia acqua e glucosio), bruciando un’energia non proveniente dalle stesse sostanze organiche assorbite ma dalla luce solare.

Sono, dunque, per la maggior parte, organismi fotoautotrofi, capaci d’impiegare il processo di fotosintesi (luce solare + anidride carbonica) per fabbricare materia organica o, se preferite, di sfruttare l’energia solare per convertirla in energia chimica (glucosio).

Diversamente, noi eterotrofi (animali, funghi, alcuni tipi di batteri, …) inglobiamo “energia chimica” nutrendoci direttamente degli autotrofi o mediante più articolate catene trofiche, per cui non siamo produttori (vegetali) ma consumatori (animali).

Ora, dato che per riuscire a sintetizzare una sostanza è indispensabile la energia solare (la sola che consenta tali trasformazioni o “organicazioni”) e che soltanto gli organismi autotrofi (regno vegetale) sono in grado d’impiegarla, risulta, adesso, chiaro che l’uomo (e tutto il regno animale) non sia capace di effettuare tale trasformazione, quindi di organicare i sali minerali, per definizione, inorganici, che dovrà assorbire dal mondo vegetale.

Ovviamente, è la fotosintesi clorofilliana il processo dispiegato dai vegetali per immettere e sfruttare l’energia solare, passando così dallo inorganico all’organico.

Come ben sanno gli studenti del corso di laurea in medicina, la campana suona soprattutto per loro, attraverso la fotosintesi, gli autotrofi (piante verdi) convertono, al cospetto della clorofilla (sostanza di colore verde in grado d’incorporare la energia solare) e della luce, gli elementari ma fermi materiali inorganici (anidride carbonica e acqua) in materiale organico (per lo più carboidrati) carico di energia, materiale che alimenta tutti gli organismi della Terra, al fine di ricavarne fresca materia vivente ed energia da declassare nuovamente in anidride carbonica e acqua.

E’ questo, come dire, solo lo inizio di quel processo, ben più composito, che passa sotto il nome di “ciclo del carbonio” che, congiuntamente a quello dello azoto, consente una perpetua migrazione dal regno minerale a quello degli esseri viventi e all’opposto.

In dettaglio, chimicamente parlando, la clorofilla ( sia il tipo A, sia il tipo B ) contiene azoto, carbonio, idrogeno, magnesio, ossigeno ed è condensata nei cloroplasti (organelli tipici delle cellule vegetali, esclusione fatta per le cianoficee, oloparassite, saprofite), situati nelle zone delle piante esposte alla luce e in quelle verdi, soprattutto nelle foglie.

Già, perché proprio la luce è in grado d’innescare tutto il procedimento chimico: le molecole di clorofilla inglobano la luce, che, stimolandole, sortisce dei veri flussi migratori di elettroni negli atomi.

Si deposita una tale energia, in grado di produrre quei processi chimici ch'esitano nella rottura delle molecole di H20.

Il frangimento della molecola di H2O svincola l’ossigeno molecolare (biatomico), mentre l’idrogeno, con una procedura più complicata, si associa all’anidride carbonica per fabbricare glucosio, assimilato dalle cellule vegetali sotto forma di amido, utile per la respirazione.

Che magia, la fotosintesi clorofilliana!-un autentico trait-d’union tra regno vegetale e regno animale-la trasmutazione della materia da inorganica a organica, col solo favore dello irraggiamento solare.

Ricordiamolo: solo le piante verdi sono in grado di assorbire H20 dal terreno e CO2 dall’aria e trasformarle in C6H12O6 (glucosio), esse sono i garanti della vita in qualsiasi ecosistema, imprigionando quella energia solare che diversamente andrebbe a perdersi per il cosmo.


Una magia non ancora riproducibile dall’uomo in laboratorio!!!


Concludo con l’affermazione di significato: solo il regno vegetale (piante verdi) è capace di rendere organico lo inorganico, come per lo appunto i sali minerali disciolti nelle acque da bere.

Il carbonio, tetravalente, lega a sé prima idrogeno e ossigeno, quindi azoto e magnesio (o altro minerale occorrente) e assume la conformazione di sostanza organica che comunque necessita della fotosintesi clorofilliana per poter completare la “organicazione”.

Le acque da bere occorre che siano quanto più oligominerali possibili, dunque, con un residuo fisso al di sotto dei 50 mg/l, altrimenti si andranno ad accumulare nelle nostre condutture vascolari, producendo calcificazioni, o sugli organi interni, facendoli prima ammalare e poi morire.

Raffaele
Ultima Modifica 9 Anni 11 Mesi fa da Raffaele/Michelangelo.
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