Pino sono d'accordo con te riguardo alla cura, l'ho detto fin dall'inizio, quando si parlò dell'ossigeno poliatomico liquido iniettato dal dr Barco di Pisa, del c-pap, della terapia iperbarica insomma di tutte quelle terapie che prevedono un aumento dell'ossigenazione, benché gli pneumologi invece ritengano che ciò aumenti la risposta negativa del cancro facendolo aumentare. Tant'è che la prescrizione dell'iperbarica, per esempio, è negata proprio per chi ha problemi di cancro ai polmoni.
Eppure gli pneumologi conoscono bene il valore della terapia ( almeno si spera) eppure consigliano al contrario di andare a soggiornare in quota, dove l'ossigeno è minore ( ma così pure lo stress e lo smog e le nanoparticelle che uno è costretto a respirare in città, per cui se questa persona va a fare jogging leggero in mezzo al traffico, pur aumentando la capacità polmonare, diminuendo i battiti ecc a mio modesto parere si fregherà prima la salute).
Ma qui non stiamo disquisendo del come curare un cancro al polmone, piuttosto delle cause eziologiche sui vari livelli.
Ti dirò anzi che da un punto di vista squisitamente fisico, la causa di molte degenerazioni, lesioni, masse tumorali ecc risiede in tutti quei meccanismi - virus batteri funghi muffe aflatossine nanoparticelle metalli pesanti ecc - che procurano un cambiamento significativo sul funzionamento normale cellulare, per cui se non agisci eliminando quei fattori eziologici, ma invece nutrendoli ( cioè introducendoli costantemente - attenzione- non necessariamente via cibo), non si potrà guarire. Che l'ossigeno aiuti dubbi non ce ne sono. Sia ben chiaro. Ma qui parliamo di individuare le cause ai vari livelli, cioè di scovare l'eziologia non solo sul fisico, dove per una certa minore percentuale nascono, ma sull'essere umano nel suo complesso. Finché negherai questa multidimensionalità del problema sarà ben dura avere un dialogo. Hamer non fu proprio il primo che collegò le patologie cancerogene/ immunitarie/malattie in generale al vissuto emozionale/ mentale -sia inconscio che conscio- del paziente. Molti altri ricercatori lo fecero ( e lo fanno). E io concordo al 100%. Se tu curi solo un aspetto del corpo come puoi pensare di sanarlo completamente? Certo, finché disconoscerai che l'uomo è anche emozione e mente, e che queste altre due componenti nulla hanno a che vedere con le cause di una malattia, e quindi con la cura, in nessun caso lo potrai sanare nella sua globalità xc ne disconosci la radice, come fa la MU, ne più ne meno.
È come se tu avessi una pianta parassita e per disfartene la tagliassi raso terra. Dopo un po' quella rispunterebbe fuori più forte di prima.
Se si vive nel caos emozionale e mentale ben difficilmente si potrà dire di avere eliminato qualunque malattia permanentemente. Puoi avvalerti di frequenze, puoi fare le cure enzimatiche, puoi fare la gerson, puoi sottoporti ai campi elettromagnetici, puoi farti L iperbarica o iniettarti l'ossigeno poliatomico, ma se non sani l'animo del paziente, se non lo fai riflettere su come ha permesso che tutte le sue difese immunitarie si siano abbassate, introducendo "abitudini" fisiche mentali emozionali consce e inconsce dannose alla lunga per il suo terreno, come puoi pensare che vada tutto bene? La malattia serve proprio ad attuare ripensamenti sul proprio vissuto, e quando non ci si arriva a comprendere ( non si hanno strumenti adeguati o si è soli in un percorso di guarigione) ci si affida ( atto di fede) sempre a ciò che di più sacro e forte c'è nel l'uomo, per poter permettere che questo mantra di fede e di perdono penetri nel profondo e dischiuda le forze risanatrici che tutti noi abbiamo.
Altrimenti mi devi dire come spieghi le guarigioni delle persone che pur non facendo sport o non mangiando proprio perfettamente pure guariscono, semplicemente affidandosi a quella Forza interna che tutto permea, e che le religioni propongono col nome di preghiera di risanamento e di perdono rivolta al proprio Dio. Un semplice mantra ripetuto più e più volte, con convinzione perfetta di essere già guariti e graziati. Come vedi la realtà è più complessa di come la proponi.
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