OFFERTE DI PRODOTTI VIA MAIL O MP

In un forum che tratta di salute e malattie, può succedere che improvvisamente qualcuno offra la soluzione tanto agognata, via mail o via messaggio privato.
DIFFIDATE sempre, controllate, ricercate e chiedete. Chiedete ad altri foristi se per caso conoscono questo prodotto, chiedete se esistono dei test e delle testimonianze attendibili.

Che il cibo sia la tua unica medicina (Ippocrate).
Il filosofo Feuerbach asseriva che noi siamo quello che mangiamo (e quello che beviamo), quindi, vi sono cibi che ammalano e cibi che guariscono. Una corretta alimentazione è la base per un sano vivere.

Domanda Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
12 Anni 1 Mese fa - 12 Anni 1 Mese fa #5806 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
Alle nostre latitudini, l’intolleranza al glutine (celiachia) danneggia circa il 7% delle persone.

La si può ritenere una patologia determinata da una reazione immunologica scorretta che va a ritorcersi sui tessuti “buoni” del corpo (patologia autoimmune).

La causa di questa sconsiderata reazione è attribuibile alla gliadina (proteina del glutine), la quale, associandosi nel corpo con la proteina transglutaminasi tissutale innesca una risposta immunologica, attraverso la produzione di anticorpi, che va a lesionare la mucosa enterica.

Dunque, il glutine presente nel grano, nella segale, nell’orzo, nel mais, nell’avena, nel miglio, nel riso ci può procurare una caterva di guai, soprattutto se si appartiene all’emogruppo 0 o in parte al B.

La celiachia prese campo nel momento in cui l’uomo dell’emogruppo menzionato lasciò il nomadismo per la coltivazione della terra: ciò lo indusse a cambiare dieta passando dalla cacciagione, dalla frutta e dalla verdura al raccolto di alimenti derivanti dal frumento che cominciarono a procurargli, non essendo preparato al repentino cambiamento, quell’intolleranza (termine nello specifico più consono che “allergia”) tramandatasi, ahimè, geneticamente, sino ai nostri tempi.

I test diagnostici per la celiachia si svolgono su campioni ematici, rilevando la misura delle immunoglobuline (IgM) ossia delle proteine globulari con mansioni anticorpali, fabbricate a livello epatico e immesse nel flusso ematico; IgA e IgG, ossia anti-glutine di tipo A e di tipo G; rilevamento degli autoanticorpi anti-endomisio (endomisio: strato connettivale che riveste le fibre muscolari dell'intestino tenue) diretti contro glutine e gliadina, ingeriti con l’alimentazione, che arrecano infiammazione del livello enterico e procurano seri guai ai tessuti delle pareti intestinali; misurazione degli anticorpi anti-transglutaminasi (bastano 2 gocce di sangue su di una specifica carta assorbente) o l’esame della saliva (Margherita Bonamico-Responsabile dell’Unità di “Celiachia e Patologie da Malassorbimento” del Dipartimento di Pediatria, Università di Roma-La Sapienza).

Tornando all’emogruppo 0, un’alimentazione senza glutine costituisce non sicuramente una scelta per coloro che vi apppartengono, ma una condizione vitale sia per un sano accrescimento e sviluppo psico-fisico sia per la salvaguardia e conservazione della buona salute.

Si tratta di dosare, sempre in questo emogruppo, degli anticorpi contro un enzima specifico della tansglutaminasi, coinvolto nell’intossicazione da glutine.

Nel celiaco, infatti, per via della contaminazione da gliadina e in genere da prolammine insite nel glutine, le transglutaminasi tissutali catalizzano il cambiamento strutturale di queste proteine, che sono distinte come anomale dal S.I.

Per proteggersi da quella ch’è scambiata come una proteina nociva, il corpo attiva una risposta infiammatoria che piano piano danneggia la mucosa intestinale e la capacità d’assimilazione degli alimenti.

Ora, se non si fa la diagnosi di celiachia e non la si attua prima della pubertà, per cui non si provvede tempestivamente a realizzare un tipo di dieta priva di glutine, il bambino giungerà in età matura con sintomi quali il dimagrimento, la spossatezza, gli stati depressivi, le complicazioni digestive, le ripetute sofferenze ventrali, … che gli toglieranno presto la “voglia di vivere” e lo faranno esitare nel pessimismo.

La tosicità del glutine non fiacca in maniera drastica l’intestino ma compromette moltissimi organi come, per es., il sistema osseo e quello nervoso, la tiroide, il fegato, …, spesso irrevocabilmente.

E le femmine accusano molto di più dei maschi tale intolleranza se non affrontata in tempo: sono infatti sottoposte ad anemia perdendo da una parte il ferro col ciclo mestruale e dall’altra fabbricando una minore quantità di eritrociti per via sempre della carenza dello stesso.

Non solo: le donne celiache presentano in età feconda un superiore pericolo di aborto spontaneo, ch’è, pensate, superiore anche di nove volte rispetto alle non celiache, con un tempo d’allattamento al seno tuttavia dimezzato.

Le celiache hanno poi una maggiore probabilità di contrarre osteoporosi e di avere guai alle articolazioni.

In generale, maschi e femmine, se non curati della loro intolleranza al glutine, rischiano con una maggiore frequenza di sviluppare un tumore maligno (linfoma) nel tratto enterico.

Quindi, occhio: la vera e propria risoluzione per la celiachia è un’adeguata alimentazione, cosa peraltro non semplice perché il glutine, magari in tracce, può trovarsi un po’ dappertutto, non soltanto in pane, pasta, crackers, biscotti, … ma anche hamburger, … o altro (farmaci di vario tipo).

Superfluo aggiungere che nei confronti dei piccoli si debba adottare un’azione di fortificazione per ciò che attiene ai loro interni, onde evitar loro frustrazioni al cospetto soprattutto dei coetanei; come del resto, i giovani dovranno privarsi di locali la cui cucina non sia anche per celiaci, anche se per non rischiare sarebbe opportuno farne a meno del tutto, escludendo così anche la ben più minima “porziuncola” di glutine.

Vi sono centri specifici in cui si possono comunque avere razioni alimentari gratuìte, dato che il cibo per celiaci costa molto o trovare nei supermercati dei piccoli reparti adibiti allo smercio di questi prodotti.

L’emodieta per celiaci costituisce un sistema curativo definitivo e funzionale.

Nella celiachia si rilevano forme abbastanza tacite e forme piuttosto incisive con conati di vomito, dissenteria, anemia, spossatezza, …

In ogni caso, conviene tenere nella dovuta considerazione anche le forme silenziose che rischiano, se trascurate, di portare il soggetto verso guai seri quali, per es., la perdita di massa ossea o il carcinoma gastro-enterico.

Conclusione.

L’intolleranza al glutine è connotata da un’inadeguata reazione immunologica conciliata dai Linfociti T in avversione al glutine contenuto nei cibi che assumiamo, con tanto di fabbricazione di precisi anticorpi contro la gliadina (proteina del glutine) e contro l’endomisio (strato connettivale che riveste le fibre muscolari dell'intestino tenue), oltre che da un’inclinzione genetica cagionata dagli alleli HLA II, che codificano gli eterodimeri DQ2 e DQ8.

Occorrono entrambi i fattori per cagionare la malattia celiaca.

La celiachia si cura interamente con un’alimentazione priva di glutine.

Raffaele
Ultima Modifica 12 Anni 1 Mese fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Marfra64, Lina

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
12 Anni 1 Mese fa #6062 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
C’è una strettissima correlazione tra le patologie e i gruppi sanguigni.

Solo nel 1953 si potè evidenziare un largo campionamento di malati di ulcera peptica
(danneggiamento della mucosa ossia del tessuto di protezione interno dello stomaco o più spesso del duodeno) tra le persone dell’emogruppo 0.

Per completezza d’informazione, anche altre sostanze possono essere concause della patologia come, per es., il fumo della sigaretta, l’età e il sesso (quello maschile) oppure farmaci quali l’aspirina e gli antinfiammatori.

Le molteplici difformità tra gli emogruppi dipendono dall’efficienza digestiva che li contraddistingue, la quale si è trasformata e migliorata nel tempo a causa di plurime modifiche tra cui le seguenti 2 importanti colonne:

1) il clima; 2) la contrapposizione a sepsi e a contagi epidemici.

Come affermava il Grande Padre della medicina, l’uomo risente moltissimo dell’influenza del luogo in cui si svolge la propria esistenza.

Anche le nostre cellule “alloggiano” sostanzialmente nel medesimo habitat o se preferite “mezzo interno” e questo fintantoché esso fornisce loro, attraverso il flusso ematico, tutti i nutrienti essenziali ossia l’ossigeno, il glucosio, gli aminoacidi, gli atomi o le molecole senza uno o più elettroni, i lipidi, …

La materia vivente altro non è che la risultante della scambievolezza tra i 4 costituenti aristotelici, la Terra, l’Acqua, l’Aria e il Fuoco, che influiscono variamente sull’associazione di assemblaggi di grosse molecole che esitano alla fine nel ricambio, nella procreazione e nella diversificazione.

Come dire, esiste un rapporto d’interconnessione tra l’essere vivente e il “mezzo esterno” in grado, alterandosi, d’attivare dei meccanismi molto molto morbosi.

3 sono le connotazioni fondamentali che distinguono le persone sane dagli affètti da tumore maligno, ricavate mediante test sulla saliva, sulle urine, sul sangue:

-il pH ossia il logaritmo negativo in base 10 della concentrazione di ioni di idrogeno libero in moli per litro;

-l’RH2 ossia il coefficiente di ossidoriduzione o potenziale elettrico;

-il Rho ossia la resistività d’un liquido al passaggio della corrente elettrica.

I valori dei 3 parametri pre-scritti hanno indici tra loro molto in equilibrio nei ragazzi e nelle persone in salute.

Ecco, gli indici bioelettronici ematici:

pH: 7.39-7.41; RH2: 21-23; Rho: 190-220 ohm.

Attraverso il sangue, le urine e la saliva si ricavano in tutto 9 indici per la determinazione del terreno bioelettronico di ciascun individuo, indici che in caso di tumore maligno risulteranno in disequilibrio relativamente ai valori ematici e a quelli delle urine, dato che il sangue risulta più basico e ossidato e che la propria resistività declassa sistematicamente per via d’un ammasso d’elettroliti non espulsi dai reni, forse quelli dei minerali non organicati dai vegetali delle acque da bere, mentre la resistività delle urine rimane altissima per la poca giacenza di elettroliti espulsi.

Gli esseri viventi risentono molto del proprio habitat, in conseguenza dei cambiamenti chimico-fisici i quali vanno a ripercuotersi sul potenziale di riduzione delle singole cellule.

Del resto, l’esistenza in vita si collega a certi indici entro i quali debbono mantenersi sia le cellule sia i fluidi biologici sia tutti i nutrienti che con l’uomo si relazionano, per es., il cibo, i minerali, gli aminoacidi, le vitamine, … che ci dicono, attraverso il beneficio che ne traiamo, quanto essi siano attivi.

Gli anni effettivi d’un individuo, per es., non collimano spesso con quelli biologici e i soggetti che paiono più vecchi della loro età reale incombono più spesso, fateci caso, in affezioni patologiche.

Le gestanti e le donne poi che hanno appena partorito, nel tempo subito postumo al parto denotano un’età biologica ch’è d’un decennio superiore a quella anagrafica e servono loro dai 120 ai 240 giorni per riprendere la connaturale età biologica.

Parimenti, accade in caso di persistenti patologie, operazioni chirurgiche, situazioni altamente stressanti oppure pei cibi, i quali possono mostrare peculiarità integre in superficie ma non attive all’evidenza ossido-riduttiva.

L’antesignano tra i 4 emogruppi parrebbe essere stato il gruppo 0, perché sarebbe progredito, mediante l’influenza di un’estesa molteplicità di combinazioni ossido-riduttive, nel sistema AB0.

Attraverso degli indici bioelettronici e non biochimici è possibile attestare la propensione del personale terreno organico alla patologia.

Si tratta di indici elettromagnetici riferiti in pH, RH2 e Rho che si constatano nel sangue, nella saliva, nelle urine, attraverso un complesso di ben nove rilievi analizzati da un programma che sarà in grado di prevedere finanche le inclinazioni evolutive d’una razza, d’un popolo, d’un individuo, …

Negli USA si fecero in passato molteplici accertamenti che connotavano la propagazione di campi d’onde elettromagnetiche da parte degli organismi viventi, che andavano via via smorzandosi fino a cessare col sapraggiungere della morte.

Più tardi si evidenziarono delle modificazioni del pH e dell RH2 nel sangue in varie malattie con un conseguente valore diagnostico sia nell’ambito medico sia in quello curativo.

Siamo formati, pensate, da 60 trilioni di cellule affogate nel mezzo acqua, unità organiche che nascono, si nutrono, crescono si riproducono e muoiono dopo aver comunicato e regolato le corrette notizie in ottemperanza alle regole dell’elettromagnetismo, a mo’ di autentici rilevatori elettromagnetici.

Tutta l’esistenza in vita degli organismi viventi è disciplinata dall’impiego dell’elettricità alla materia, secondo dei canoni estensibili anche agli emogruppi e a ciascun organismo vivente.

All’infuori di certi livelli dei 3 valori elettromagnetici (pH<9,40 e >6,40; RH2<36 millivolt e >16 millivolt; Rho<400 ohm e > 90 ohm) l’esistere è concretamente precluso.

Col trascorrere degli anni questi 3 parametri propendono verso l’alcalinizzazione, ossia declassano in un’elettronizzazione contraddistinta da un calo della resistenza elettrica dei fluidi organici: l’acqua in Noi, per via dell’aumento degli elettroliti, a seguito del cambiamento osmotico dentro e fuori dalla cellula, si mineralizza troppo.

Osservate questo specchietto relativo al substrato degli emogruppi:

-substrato acido-ridotto: sviluppo di batteri fisiologici connaturali;

-substrato acido-ossidato: sviluppo di funghi (candida), di lieviti, di muffe;

-substrato alcalino-ridotto: sviluppo di agenti (batteri) patogeni;

-substrato alcalino-ossidato: sviluppo di virus, di malattie degenerative.

Purtroppo, un’inesorabile se pur lenta ossidazione, in virtù d’un significativo degrado ambientale, d’un non integro tenore di vita, delle vaccinazioni stesse e delle cure farmacologiche ci fanno via via propendere verso serie malattie quali il cancro, l’infarto, l’ictus, …

E statene pur certi che tutti i cambiamenti a cui sottoporremo il nostro organismo saranno in grado nel tempo di lesionare irrimediabilmente il DNA, con tanto di modificazione a livello genico.

Sto dicendo che più che alla malattia dovremmo pensare al terreno che la produce, in modo da far sì ch’esso sia tanto più ostile possibile all’attecchimento di virus, batteri e all’insorgenza di tutte le più disparate patologie.

Quanto il nostro S.I. sia efficiente lo connotano appunto i 3 parametri bioelettronici di cui vi ho appena ora riferito.

Raffaele
I seguenti utenti hanno detto grazie : Clara, Marfra64, Lina

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
12 Anni 3 Settimane fa - 12 Anni 3 Settimane fa #7168 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
Tutti sappiamo che la biochimica sia lo studio della chimica della vita, ma forse quello che conosciamo meno è che tutti i fenomeni biochimici avvengano esclusivamente fra valori relativamente stretti, due dei quali sono per l’appunto detti fattori iono-elettrici.

Dunque, non deve sorprenderci il fatto che ciascuno di noi abbia, per es., una propria individualità biochimica o che reagisca in maniera differente nei confronti della medesima patologia e dei medesimi farmaci, di qualsiasi natura essi siano.

Le nostre soggettive peculiarità sono, come dire, incorporate nei nostri emogruppi, i quali possiedono una dotazione sia immunologica, sia metabolica, sia biochimica che connotano uno spaccato dissimile sul piano ossidoriduttivo.

Sto asserendo che quand’anche fossimo costretti dalle circostanze (adesso, mai, per quanto mi riguarda, ma nel passato remoto non sempre andò così) ad assumere dei farmaci “salvavita”, dovremmo circostanziarli al nostro organismo, ch’è unico, esclusivo, sulla base proprio di specifiche caratteristiche bioelettroniche a esso biocompatibili.

In pratica, l’esame attento dei 3 fattori fondamentali della bioelettronica, espressi nel post precedente, ossia pH, RH2, Rho, permette di ricavare un bioelettronigramma (grafico bioelettronico), che visualizza gli esiti delle rilevazioni e permette di definire una qualsivoglia situazione di tipo patologico.

A tal fine, si riportano di seguito alcuni dati da considerare sempre con la massima attenzione.

Definizione pH.

Neutro: 7.07;
acido: minore di 7.07;
alcalino: maggiore 7.07.


Definizione RH2.

Neutralità: 28;
riduzione: minore di 28;
ossidazione: maggiore 28.


Sangue:

-valori ottimali del pH: 7.39 - 7.41; margini per lo stato di salute: 7.35 - 7.40;

-valori ottimali del RH2: 22; margini per lo stato di salute: 22 - 24;

-valori ottimali del Rho: 210; margini per lo stato di salute: 170 : 220.

Urina:

-valori ottimali del pH: 6.5; margini per lo stato di salute: 6.5 - 8.00;

-valori ottimali del RH2: 24; margini per lo stato di salute: 23 - 26;

-valori ottimali del Rho: 30; margini per lo stato di salute: 25 : 40.

Saliva:

-valori ottimali del pH: 6.8 - 7.00; margini per lo stato di salute: 6.8 - 7.00;

-valori ottimali del RH2: 22; margini per lo stato di salute: 21 - 24;

-valori ottimali del Rho: 140; margini per lo stato di salute: 130 : 170.


Valori del sangue inconciliabili con lo stare in vita:

pH sotto i 6.40 o sopra i 9.4;

RH2 sotto i 15 mV o sopra i 36 mV;

Rho sotto i 90 ohm o sopra i 400 ohm.


Salute impeccabile.

Sangue-pH: 7.4;

Sangue-RH2: 22;

Sangue-Rho: 210.


Urina-pH: 6.5;

Urina-RH2: 24;

Urina-Rho: 30.


Saliva-pH: 6.8

Saliva-RH: 22;

Saliva-Rho: 140.


Stato precancerogeno.

Sangue-pH: 7.5;

Sangue-RH2: 26;

Sangue-Rho: 160.


Urina-pH: 5.5;

Urina-RH2: 24;

Urina-Rho: 70.


Saliva-pH: 7.15

Saliva-RH: 27.8;

Saliva-Rho: 210.


Ultimo stadio.

Sangue-pH: 7.78;

Sangue-RH2: 28.6;

Sangue-Rho: 131.


Urina-pH: 4.4;

Urina-RH2: 18.1;

Urina-Rho: 143.


Saliva-pH: 7.4

Saliva-RH: 30.3;

Saliva-Rho: 268.

Raffaele
Ultima Modifica 12 Anni 3 Settimane fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Marfra64, Lina

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
12 Anni 2 Settimane fa - 12 Anni 2 Settimane fa #7223 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
Sulla base di alcune recenti, approfondite ricerche risulterebbe una strettissima interconnessione tra il carattere degli uomini e il loro emogruppo.

Cosicché, per es., l'emogruppo A connota individui "armonici", o se preferite, "linfatici", il B caratterizza soggetti "ritmici" o "nervosi", l'AB contraddistingue un genere di persone alquanto "complicate", mentre lo 0 etichetta individui dal carattere "melodico" o "bilioso".

Sto affermando che vi sia, nel dato di fatto, una certa attitudine genetica determinata dall'emogruppo: per es., sempre taluni studi nell'ambito della criminologia riferiscono che tanti individui dell'emogruppo 0 (io stesso vi appartengo col fattore Rh-) siano inclini al ladrocinio e alla frode, come del resto quelli del gruppo sanguigno B figurino grandemente tra i colpevoli di delitti pasionali, oppure i soggetti AB siano avvezzi con maggior probabilità alle rapine e al ladrocinio.

E si potrebbe proseguire nel settore psichiatrico per affermare il nesso tra la distimia ciclica (psicosi maniaco-depressiva, ossia difetto bipolare contrassegnato dall'avvicendarsi ciclico di stati depressivi e d’impulsi ossessivi) e gli individui dell’emogruppo 0, oppure il collegamento tra il gruppo A e la schizofrenia (grave, traumatizzante, tormentosa, disabilitante disfunzione mentale) o la sindrome ossessivo-compulsiva (disordine psichiatrico che compare in svariati modi, ma soprattutto associato a pensieri ossessivi e a operazioni o rituali specifici d’adempiere, attraverso i quali si cerca d’annullare l'ossessione).

E la lista potrebbe proseguire, per es., col tumore dello stomaco riferibile particolarmente ai soggetti dell’emogruppo A.

Peraltro, va anche detto che oltre all’emogruppo assumono discreta rilevanza gli antigeni A, B, H secreti o non nella saliva: difatti, le persone dell’emogruppo 0, non secretori, hanno una maggiore incidenza di contrarre l’ulcera duodenale; inversamente, i secretori del gruppo sanguigno A, quindi quelli del B e infine dell’AB hanno in tal senso una minore incidenza verso questo tipo di patologia.

Anche la grafia e l’arte pittorica si possono ricollegare all’emogruppo: per es., l’emogruppo A presenta un tratto grafico compatto, fluido, regolare nel senso della larghezza e della struttura; l’emogruppo B denota una grafia compatta e uniforme, regolare nella larghezza, nella pressione, con brevi e repentine contrazioni; gli emogruppi AB e 0 mostrano un tratto grafico mutevole, non uniforme nella larghezza e nella struttura.

Pure l’incidenza ad ammalarsi è riconducibile all’emogruppo: per es., i tumori femminili (ovaie, utero) e l’anemia perniciosa (diminuita assimilazione della B12 per la mancanza del fattore intrinseco di Castle o gastrico) coinvolgono per lo più gli individui dell’emogruppo A di almeno un terzo in più rispetto agli altri gruppi, così come i guai reumatici nella forma acuta connotano, per meno di 1/5 nei confronti degli altri, quelli dell’emogruppo 0, il quale è invece più incline alle dolenti note del cardiovascolare; le trombosi venose e l’infarto del miocardio incidono di più sui soggetti dell’emogruppo A.

Perfino la versatilità nello sport e in genere nel movimento motorio si relazionano con l’emogruppo: per es., il gruppo 0 trae beneficio da un’energica e faticosa attività motoria, i gruppi A e AB dal nuoto, dall’andare in bicicletta o dal camminare, …, mentre il gruppo B, caratterizzato da soggetti tranquilli in tal senso, predilige un moderato esercizio fisico e magari di gruppo.

Raffaele
Ultima Modifica 12 Anni 2 Settimane fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Marfra64, Lina

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
12 Anni 1 Settimana fa - 12 Anni 1 Settimana fa #7892 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
Sull’alimentazione per l’emogruppo 0.

Anche se si ritiene di far discendere chi sia come me di questo gruppo sanguigno dagli antenati carnivori o se preferite cacciatori, tuttavia una certa ormai consumata esperienza m’induce a conclusioni non altrettanto fiscali dal punto di vista metabolico, per il semplice fatto che solo i carnivori producano saliva acida, in dissonanza col resto degli umani, muniti per lo più di secrezione salivare alcalina.

Ciò premesso, va da sé che il gruppo 0 sia andato nel tempo a consolidare, più d’ogni altro gruppo sanguigno, un’acida, opportuna elaborazione da parte dello stomaco, al fine di smaltire le proteine più che seguire, nonostante le straordinarie abilità di neutralizzazione da parte dell’associato organo epatico, una dieta vegetariana, che lo avrebbe privato dell’ottimale livello giornaliero di L-Metionina, aminoacido solforato insito soprattutto nella carne rossa da allevamento naturale, in grado di evitargli dei sonori guai al sistema cardio-vascolare-circolatorio (infarti, anche cerebrali, formazione di trombi osteggianti il regolare flusso sanguigno, …).

E si può anche aggiungere che il tipo 0 sia soggetto ad “acciacchi” quali l’ulcera, perché esso possiede una connaturale propensione per una delle due branche del sistema nervoso autonomo (SNA), ossia per quella del parasimpatico, pertanto a produrre secrezioni nello stomaco ben più acide che non per gli altri emogruppi (fabbricazione, sotto stress, di parecchie catecolamine, ossia di adrenalina, noradrenalina e dopamina) e poche monoamino-ossidasi (enzimi, in buona sostanza, inattivatori delle catecolamine).

Per il tipo 0 è necessaria una dieta proteica mediamente di circa 40 g di proteine al giorno; ovviamente, chi pratica un’attività motoria, di qualsiasi livello essa sia, farà in modo di testarsi in tal senso il proprio ottimale bisogno proteico aminoacidico.

Ovviamente, l’assimilazione proteica necessita d’un piano di reimmissione idrica che sia a essa commisurato, per non oberare troppo il lavoro dei reni, e praticare un esercizio motorio piuttosto intenso che comporti il dispendio d’una profusa traspirazione e un’adeguata integrazione di liquidi e sali.

Al tipo 0 non si confanno i formaggi, la panna, il burro, lo yogurt, i latticini, il glutine e gli alimenti che da esso provengono.

Il glutine del grano, per es., accresce la concentrazione insulinica, produce un forte rilascio di radicali liberi, riduce la produzione di glucagone, preposto a normalizzare i valori del glucosio nel flusso sanguigno, occorrenti per un’ottimale efficienza del S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale), scompenso questo che fa salire eccessivamente il cortisolo (ormone fabbricato dalle ghiandole surrenali) con tanto di ripercussione sia sulla glicemia sia sul metabolismo.

È noto che l’insulina sia un ormone che per immissione di troppi carboidrati da glutine di frumento generi depositi di tessuto adiposo.

Anche il mais agisce con un processo simile a quello del grano, al punto che da un lato gli alti valori insulinici informano il corpo sulla necessità d’incorporare lipidi, dall’altro non consentono l’uso di quelli già in possesso nell’organismo.

Così, il surplus carboidratico conduce sia a ingrassare sia a non usare i grassi in deposito all’interno del corpo.

In linea di massima, i cibi che contengono lo iodio o la vitamina B (alghe marine, broccoli, carni rosse, fegato, frutti di mare, pesce, spinaci, verza, sale marino non lavorato) favoriscono la fabbricazione degli ormoni tiroidei e rendono maggiormente efficace il metabolismo, promuovendo così un calo del peso corporeo.

Ecco, alcune generali indicazioni dietetiche utili per l’emogruppo 0.

-Mangiate ogni giorno molta frutta e verdura, per almeno un 33% crude.

-Preferite carni magre rosse derivanti da allevamenti naturali.

-Introducete modeste quantità sia di pesce sia di frutti di mare sia di crostacei.

-Limitate l’uso delle uova, usando ovviamente quelle biologiche.

-Escludete salumi, insaccati, affettati di tutti i tipi, latte, formaggi, burro, yogurt, panna, pane, pasta, polenta, ossia tutti quei prodotti provenienti dalle farine di frumento e di mais, sottaceti.

-Prediligete il the verde ed escludete caffè e cappuccino.

-Svolgete un regolare esercizio motorio, anche vigoroso, in modo da sudare molto.

-Bevete molta acqua (almeno 2,5 l al dì) con un pH tra 6 e 6,8 e un residuo fisso al di sotto dei 50 mg/l.

Nel dettaglio, le giornaliere proteine da introdurre attraverso le carni di manzo, di agnello ma anche di tacchino, di pollo, il pesce sono meglio metabolizzate rispetto agli altri emogruppi, perché lo stomaco del gruppo sanguigno 0 risulta più acido.

Ovviamente, lo smaltimento proteico va compensato con adeguate risorse idriche quanto più oligominerali possibili, con frutta e verdura, per evitare di lesionare la membrana gastroduodenale.

Tra i pesci, meglio preferire il merluzzo, la spigola, il salmone fresco, le sardine, lo sgombro, la sogliola ed escludere, per es., le aringhe in salamoia, il salmone affumicato, il polpo, il caviale.

Escludete il latte e i latticini.

Anche i formaggi: se proprio non ne potete fare a meno, usate una volta la settimana sia il formaggio di capra sia la feta oppure il formaggio di soia Da Agricoltura Biologica.

Nella frutta secca, preferite le noci.

Possono andar bene anche le castagne, le mandorle, le nocciòle, i pinoli ma escludete gli anacardi, le arachidi, le noci brasiliane, i pistacchi.

Tra i semi sono ottimi quelli di zucca, ma anche di girasole e di sesamo.

Nella frutta fresca, vanno benissimo i fichi sia freschi sia secchi e le prugne.

Accettabili le albicocche, l’ananas, l’anguria, le banane, i caki, le ciliegie, i kiwi, i limoni, la melograna, le mele, le pere, la pescanoce, le pesche, il pompelmo, il popone, l’uva.

Evitate invece le arance, l’avocado, le fragole, i mandarini, le more, la noce di cocco.

Tra le verdure, gli ortaggi in genere, preferite l’aglio, le alghe marine, le bietole, i broccoli, i carciofi, il cavolo rapa, quello verde, la cicoria, le cipolle gialle, quelle rosse, la lattuga, le patate dolci, i peperoni rossi, il porro, il prezzemolo, le rape, la scarola, gli spinaci, la verza, la zucca.

Sono accettabili anche gli asparagi, le barbabietole, le carote, i cetrioli, le cime di rapanello, le cipolle verdi, i finocchi, l’indivia, la lattuga, le olive verdi, i peperoni gialli, quelli verdi, i pomodori, il radicchio, la rucola, lo scalogno, il sedano, il tofu, lo zenzero, gli zucchini.

Escludete il cavolfiore, i cavolini di Bruxelles, il cavolo bianco, quello cinese, i funghi coltivati, il mais, le melanzane, le olive greche, quelle nere e quelle spagnole, le patate bianche e rosse.

Ottimo l’olio d’oliva, quello di semi di lino e prime rose oil.

Accettabili l’olio di fegato di merluzzo e di sesamo.

Da escludere quello di arachidi, di mais.

Nei legumi usare i fagioli azuki Da Agricoltura Biologica, i fagioli pinto e i fagiolini con l’occhio.

Si possono consumare anche ceci, fagioli cannellini, di lima, neri, rossi, verdi, fagiolini, fave, piselli, soia rossa.

Escludete invece i fagioli bianchi, di Spagna, le lenticchie.

Tra i cereali possono passare la farina di farro, di riso, di grano saraceno, di segale, d’orzo, il topinambur, la quinoa ma escludete tutto il resto.

Tra le spezie, evitate l’aceto, anche balsamico, l’amido di mais, la cannella, i capperi, la noce moscata, il pepe bianco e nero.

Tra le bevande, l’acqua per come già relazionato, il the verde, la birra, il vino rosso e bianco.

Escludete le bibite con cola, quelle dietetiche, frizzanti, il caffè, anche decaffeinato, il cappuccino, i liquori, il the nero, anche deteinato.

Raffaele
Ultima Modifica 12 Anni 1 Settimana fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : yagoo40, Marfra64, amina, Lina

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Raffaele/Michelangelo
  • Avatar di Raffaele/Michelangelo Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
11 Anni 11 Mesi fa #8358 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic Re: Rapporto alimentazione/ DNA (patrimonio genetico).
Sull’alimentazione per l’emogruppo A.

Provenendo da predecessori dediti all’agricoltura, pertanto stazionari e anche piuttosto miti, l’emogruppo A necessita di un’alimentazione vegetariana.

Producendo poi anticorpi avversi al glucide principale D-galattosamina contenuto nel latte intero, che col Fucosio forma l’emogruppo B*, gli appartenenti a questo gruppo sanguigno faranno bene a escludere dalla dieta sia il latte sia i latticini sia i formaggi.

Nell’alimentazione di questo emogruppo devono figurare esigue quantità di grasso.

Differentemente dai soggetti dell’emogruppo 0, gli A posseggono un pH basico, diverso da quello acido, per es., del tipo menzionato, per cui non essendo in grado di disabilitare con un’adeguata produzione di succhi gastrici e soprattutto di fattore intrinseco di Castle (necessario per la B12 e carente in questi soggetti) le scorie nocive contenute nei nitrati di derivazione dalle carni e dalle acque da bere, faranno bene a evitare tali prodotti, quando li contengono, per non esporsi troppo al rischio di contrarre neoplasie.

Anche un uso molto alto di C non è molto vantaggioso per questo tipo sanguigno e sarebbe ideale, per una sua maggiore assimilazione, distribuire la vitamina C in 4 assunzioni, ciascuna delle quali distanziata di 6 ore.

La carne, il latte, i derivati del latte, il grano, i fagioli di Spagna promuovono la crescita del peso corporeo in questo emogruppo.

La carne, essendo metabolizzata con difficoltà, aumenta la crescita lipidica e delle scorie nocive; il latte e i derivati decelerano la digestione degli altri nutrienti; il grano (se troppo) limita il lavoro dell’insulina che esita in situazioni d’insulino-resistenza, rendendo difficoltoso anche l’impiego delle calorie; i fagioli di Spagna osteggiano gli enzimi digestivi e ritardano il metabolismo.

Gli individui dell’emogruppo A riescono a perdere il peso corporeo in eccesso escludendo le lectine del glutine dalla loro dieta, il latte, i latticini e i derivati.

Fanno eccezione i semi germogliati, che comunque conviene ugualmente consumare con moderazione, perché le lectine del glutine sono disattivate dal processo di germogliazione.

Per quanto riguarda invece i fagioli, essi non giovano a questo emogruppo in quanto tendono a rendere meno acido il tessuto muscolare, mentre sono molto vantaggiosi i broccoli, il cavolo riccio, la lattuga e i vegetali a foglia larga verde perché contengono la vitamina K, indispensabile per i soggetti in questione.

Due sono le peculiarità di questo emogruppo:

-propensione a non sufficienti valori tiroidei; -modesta efficacia dei fattori anticoagulanti.

Attenzione, perché i cavoli in generale e la senape possono limitare la funzionalità della tiroide.

È buona norma consumare oli vegetali che stimolano i processi digestivi ed evitano la ritenzione idrica.

Pure i cibi con la soia (Da Agricoltura Biologica) favoriscono i processi digestivi e sono metabolizzati velocemente.

Vanno bene anche gli ortaggi che rendono maggiormente funzionale la digestione e accrescono la peristalsi enterica.

Nella frutta, sono ottimi gli ananas, i quali hanno la bromelina (enzima proteolitico in 2 differenti formulazioni, che trasforma altre proteine in aminoacidi), detossificante che alimenta l’impiego delle calorie e la peristalsi enterica.

Ecco, alcune generali indicazioni dietetiche utili per l’emogruppo A.

-Mangiate molta frutta (anche quella secca), verdure, legumi e cereali idonei al vostro emogruppo (in seguito saranno elencati).

-Cercate di evitare gli alimenti con la farina di grano.

-Non mangiate carne** di maiale, salumi, affettati, würstel, insaccati, precotti, carni conservate e affumicate.

-Consumate il pesce con parsimonia.

-Escludete il latte e tutti i suoi derivati, anche i formaggi.

-Svolgete un sistematico, riposante esercizio motorio.

Nel dettaglio, per la carne preferite il coscio di pollo o di tacchino, ma escludete tutto il resto.

Nel pesce, vanno bene la carpa, la cernia, le lumache, il merluzzo, il salmone (non quello affumicato), le sardine, lo sgombro, la trota salmonata e di mare, il palombo, il pesce spada, la ricciola, il tonno.

Evitate le acciughe, le anguille, le aragoste, le aringhe, i calamari, il caviale, le capesante, le cozze, i gamberi, i granchi, il nasello, la spigola, il polpo, le rane, il salmone affumicato, la sogliola, le tartarughe, le vongole.

Escludete latte e derivati per i motivi già espressi.

Anche le uova.

Specialmente chi è affètto da asma allergica o da bronchite cronica deve escludere questi alimenti che acuizzano, nell’apparato respiratorio, la sintesi di muco, che già il tipo A ha propensione a produrre maggiormente rispetto a tutti gli altri emogruppi.

Abbondanti produzioni di muco possono occludere i tratti respiratori (con tutte le immaginabili difficoltà in tal senso) e promuovere la moltiplicazione di microrganismi patogeni.

Possono andare bene sia il formaggio sia il latte di soia.

E con parsimonia anche la feta, il formaggio e il latte di capra, la mozzarella e la ricotta magre, lo yogurt magro e quello alla frutta (se proprio vi riesce difficile evitare totalmente questi alimenti).

Tra gli oli, sono ottimi quello di lino e di borragine e vanno bene anche quello di fegato di merluzzo e d’oliva, ma evitate quello di arachidi, di mais, di sesamo.

Nei legumi, preferite i fagioli e le lenticchie verdi, i fagioli azuki (Da Agricoltura Biologica), i fagiolini con l’occhio, la soia rossa, i fagioli neri e quelli Pinto, le lenticchie, ma anche i fagioli cannellini, quelli nani, i fagiolini, le fave e i piselli.

Escludete i ceci, i fagioli di Lima, quelli rossi, bianchi, di Spagna.

Non consumate cereali raffinati o precotti.

Vanno benissimo l’amaranto e il grano saraceno.

Si possono mangiare anche la crusca d’avena, di riso, di mais, la farina di riso, il farro, il miglio e il riso soffiato, i fiocchi di mais e l’orzo.

Sono da escludere la crusca, la farina e il germe di grano, il muesli, la semola di grano.

Tra gli ortaggi e le verdure in genere, evitate solo il cavolo bianco, quello cinese e quello rosso, i funghi coltivati, le melanzane, le olive greche, nere, spagnole, bianche, le patate dolci, rosse, i peperoni gialli, rossi, verdi, i pomodori.

Nella frutta, escludete le arance, le banane, i mandarini, il mango, il melone mielato, le noci di cocco, la papaia; sono ottimi le albicocche, gli ananas, le ciliegie, i fichi freschi e secchi, i limoni, i mirtilli, le more, i pompelmi, le prugne (anche secche), l’uva sultanina; ma vanno bene anche le angurie, gli avocado, i cachi, i datteri, i fichi d’India, le fragole, i kiwi, la melograna, le mele, il melone, le pere, la pescanoce, le pesche, il popone, il ribes, l’uva.

Provate a cominciare ogni vostro giorno bevendo acqua calda con dentro la spremuta di 1 limone e mezzo, al fine di espellere muco che avete depositato di notte a carico dell’apparato digerente.

Evitate il succo d’arancia, di papaia, di pomodoro; tutto il resto va bene.

Tra le bevande sono benefici il caffè decaffeinato e quello normale, il the verde e il vino rosso; va bene anche il vino bianco.

Escludete le bibite a base di cola, quelle dietetiche, la birra, i liquori, il the nero deteinato e normale.

Tra le spezie, evitate l’aceto, i capperi, la gelatina, il pepe bianco, anche quello di Cayenna, quello nero in grani e macinato, il peperoncino rosso.

Evitate sale e zuccheri aggiunti.

Note.

*Il gruppo sanguigno A rifiuta gli antigeni di tipo B, formando gli anticorpi di essi; parimenti, rifiuta i prodotti latto-caseari provenienti da latte intero.

**Sull’assunzione di carne occorre fare una distinzione tra il tipo A1 e quello A2.

Il primo dovrebbe escludere tutta la carne (concesso un po’ di pollo o tachino grigliati o al forno) dalla propria alimentazione e cercare di accrescere piano piano l’uso del pesce; diversamente, il tipo A2 può avere una maggiore licenza in tal senso.

Resta fermo il fatto che gli alimenti predetti (salame, mortadella, prosciutto, würstel, carni conservate e affumicate, …) contengono molti nitriti che promuovono la sintesi delle nitrosammine, che arrecano neoplasie del tubo digerente, particolarmente nei soggetti come quelli di questo gruppo sanguigno che possiedono succhi gastrici scarsamente acidi.

Raffaele
I seguenti utenti hanno detto grazie : yagoo40

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.524 secondi